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Nei giorni scorsi, è uscito un interessante reportage pubblicato da La Repubblica, riguardante il calo del turismo religioso a San Giovanni Rotondo’. 
Così in una nota alla stampa Alessio Ermenegildo Scocca,  capogruppo di minoranza a Pietrelcina. 

“Il calo del turismo religioso è fisiologico e riguarda anche Pietrelcina – prosegue Scocca – ma con una differenza: possiamo essere d’accordo o meno su come San Giovanni abbia gestito il fenomeno, ma almeno lì sul Gargano hanno avuto una precisa idea di gestione dei flussi e dei servizi di accoglienza. Parcheggi, strutture ricettive, offerta turistica seria con annessa accoglienza. 
 
A Pietrelcina, invece, per vent’anni siamo rimasti fermi alle parole, agli annunci, ma non abbiamo mai messo in campo un piano turistico strategico che fosse veramente tale, pur considerando le evidenti differenze con San Giovanni Rotondo in termini di esigenza e prospettiva. 
 
Il turista che arriva a Pietrelcina – sottolinea – si ritrova ancora senza indicazioni chiare, senza sapere dove parcheggiare, senza la possibilità di avere un servizio di guida per i luoghi di San Pio.
Il tutto è stato affidato nel tempo al caso e ne abbiamo visto i risultati.
Basti pensare che, ancora oggi, non vi sono collegamenti stabili da e per la stazione di Benevento. 
 
La prova più evidente di ciò, è che a Pietrelcina, dopo venti anni, abbiamo ancora un problema di bagni pubblici. 
Gli unici servizi igienici di cui disponiamo nei pressi del Convento dei Padri Cappuccini, sono ubicati su una ripida salita che ne rende impossibile e insicuro l’utilizzo per un malato in carrozzella, per fare un esempio banale. 
 
Senza considerare, inoltre, che siamo stati – e siamo ancora – beneficiari della legge speciale del Parlamento, quantificato in un contributo di mezzo milione di euro l’anno, che doveva e dovrebbe essere utilizzata per la gestione del fenomeno turistico, per i servizi annessi, per migliorare la qualità dell’accoglienza e della promozione del territorio. 
Ci chiediamo per cosa vengano utilizzati questi soldi, visto che ad oggi, il Comune di Pietrelcina non ha neanche una pagina ufficiale sui social per la promozione del territorio. 
 
È vero, dunque – conclude Scocca – che il calo è fisiologico, ma è anche vero che vedere l’invasione domenicale di turisti mordi e fuggi, che dopo venti anni crea ancora difficoltà di gestione, non è secondo motivo di vanto, ma di riflessione. Potevamo fare tanto, non è stato fatto. Occorre pensare a un piano di accoglienza serio e strategico: non a caso, noi avevamo presentato in campagna elettorale proprio un’idea di progetto turistico per Pietrelcina’.