L’abusivismo edilizio è un’autentica piaga che tiene in ostaggio il territorio, la legalità e lo sviluppo in Campania ormai da molti decenni. A scattare la fotografia è il III Report di Legambiente sull’abusivismo edilizio, presentato oggi a Roma, che fa il punto sulle cinque regioni più esposte all’invasione del mattone illegale: le quattro a tradizionale presenza mafiosa e il Lazio. Quattro gli indicatori presi in considerazione dall’associazione ambientalista per il suo monitoraggio civico: trasparenza, ordinanze di demolizione e abbattimenti eseguiti, trascrizioni immobiliari nel patrimonio comunale, trasmissione alle prefetture delle ordinanze di demolizione non eseguite.
Contraddittorio il dato di Benevento e della sua provincia che sulle demolizioni eseguite (dal 2004 al 2022) conferma che la provincia con il migliore rapporto tra ordinanze emesse ed eseguite dai comuni del suo territorio è quella di Benevento (32%) con 462 ordinanze emesse e 148 demolizioni eseguite. Il dato cambia radicalmente se si parla del solo capoluogo sannita: 0 demolizioni su 15 ordinanze emesse, la percentuale viene da sè.
Tra i comuni che hanno dichiarato di aver eseguito, nello stesso arco temporale, un numero di ordinanze pari a quelle emesse, spicca Sant’Arcangelo Trimonte, 476 abitanti in provincia di Benevento, che ha emesso 17 ordinanze e ne ha eseguite altrettante.
Il numero di trascrizioni degli immobili abusivi da parte dei Comuni è basso se non addirittura inesistente. Infatti, nonostante le prescrizioni di legge, la procedura, che prevede – in caso di mancata demolizione entro i 90 giorni dall’ingiunzione – l’acquisizione automatica e gratuita al patrimonio comunale delle opere e dell’area di sedime, per una superficie massima di dieci volte la superficie dell’abuso, non viene quasi mai avviata.
Per quanto riguarda le città capoluogo, prima è Catanzaro, con il 9,7%, seconda Ragusa, con il 7,2%, e terza Benevento, con il 6,7%. Roma supera di poco il 5%, le altre sono a zero.