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Si sarebbe messo a disposizione della camorra non solo per fornire informazioni riservate ma anche per organizzare una rapina: è quanto i carabinieri del Ros, del comando provinciale di Napoli e la direzione distrettuale antimafia contestano all’autista, dipendente del ministero della Giustiza, arrestato nell’ambito del blitz anticamorra scattato all’alba che ha portato in carcere 27 persone. All’uomo viene inoltre contestato dagli inquirenti di essersi messo a disposizione, come anche alcuni suoi congiunti, per ricoprire il ruolo di prestanome.
Io avevo il finanziere che mi faceva uscire con il camion… quando passava si girava… lui prendeva 2.200 euro al mese“. Emerge anche il coinvolgimento di un finanziere, che però non è stato identificato, dalle indagini del Ros, dei carabinieri del Comando Provinciale e della Dda di Napoli che oggi hanno portato all’arresto di 27 persone ritenute dagli inquirenti legate al clan Di Lauro di Secondigliano. Alla conversazione, intercettata dai militari dell’Arma il 26 ottobre 2018, prendono parte alcuni degli indagati odierni. Nell’intercettazione si fa anche riferimento a un arresto e all’impossibilità ormai di potersi avvalere di quell’aiuto. In precedenza gli indagati parlano anche di altre presunte complicità: “Io avevo due finanzieri, avevo due doganieri e stavo io. Io ero quello che le caricava, veniva il camion, glielo caricavo e se ne andava. Usciva fuori…“. La conversazione riguarda la possibilità di poter sdoganare merce, nel caso specifico un carico di sigarette.

Blitz anticamorra contro il clan di Lauro: 27 arresti, tra cui Tony Colombo e la moglie