C’è un consigliere comunale di Caivano, tra le persone offese dei presunti tentativi di condizionare l’amministrazione comunale, attuati anche con violenza. Il dato emerge dalle indagini dei carabinieri di Castello di Cisterna, sfociate nel decreto di fermo della Dda di Napoli, eseguito oggi nei confronti di 9 indagati. Per questa vicenda, i pm anticamorra contestano a Giovanni Cipolletti e Massimiliano Volpicelli, in concorso tra loro, il reato di violenza privata aggravata dal metodo mafioso.
Secondo gli inquirenti, il 20 settembre 2021 Volpicelli, spalleggiato da Cipolletti, avrebbe colpito il consigliere di maggioranza, sferrandogli un pugno al volto. L’aggressione sarebbe avvenuta sotto l’abitazione del politico, e sarebbe stata accompagnata da insulti. Qualche giorno dopo, il consigliere ha poi sporto denuncia ai carabinieri. Per gli inquirenti, si tratta di atti diretti a costringere la persona offesa a compiere attività inerenti alla carica da lui rivestita. L’evento, peraltro, non si sarebbe verificato per il rifiuto della presunta vittima. La Dda è sicura: le minacce rappresenterebbero una “spia” relativa a condizionamenti di esponenti della criminalità organizzata locale – ossia il gruppo di cui è ritenuto capo Antonio Angelino – nei riguardi di amministratori del Comune di Caivano.
A seguito dell’episodio furono avviate intercettazioni sulle utenze in uso a Volpicelli e Cipolletti. Nel corso delle indagini, sarebbe emersa anche la figura di Angelino. Il prosieguo della attività investigative, a detta degli inquirenti, avrebbe rivelato uno scenario ancora più inquietante di quello ipotizzato inizialmente: diversi amministratori, funzionari pubblici ed esponenti politici del Comune di Caivano avrebbero agito palesemente in nome e per conto del sodalizio capeggiato da Angelino. L’obiettivo sarebbe stato quello di indirizzare le assegnazioni dei lavori pubblici comunali, e riscuotere somme di denaro dagli imprenditori, qualificabili come tangenti per loro, o quote estorsive a vantaggio del presunto clan. L’amministrazione di Caivano, oggi commissariata, è stata sciolta l’estate scorsa, ma non per infiltrazioni di camorra. A provocarne la caduta sono state le dimissioni di massa dei consiglieri comunali.