Un migliaio di persone a sfilare a Napoli, per il Global Strike. E accanto ai ragazzi di Fridays for Future, per la prima volta qui, anche la sigla Mothers’ Rebellion. Sono le mamme (e i padri) che manifestano accanto ai figli, per sensibilizzare sul cambiamento climatico. “Mothers’ Rebellion è un movimento globale” spiega Monica Capo, insegnante ed attivista della prima ora. È anche un richiamo alle mamme di Plaza de Mayo.
Ai loro cartelli con le foto dei figli desaparecidos, al tempo della dittatura dei militari in Argentina. Oggi i figli sono qui, in carne ed ossa. Ma i genitori sono preoccupati lo stesso, pensando al futuro del pianeta.
“Il metodo che utilizziamo nelle nostre manifestazioni è semplice – dice Monica Capo: si tratta di un cerchio di ‘madri’ o più in generale di genitori insieme in uno spazio pubblico. Ci sediamo pacificamente. Spesso portiamo cartelli con i nomi dei nostri figli o altri messaggi legati alla crisi climatica”.
Il messaggio dei “genitori ribelli” è chiaro: serve una scossa ai governi, per i ritardi accumulati sul riscaldamento globale. “Che dobbiamo fare di più?” si chiede Monica. Il corteo, partito da piazza Garibaldi, si è dipanato per le vie del centro, tra canti e colori. Questa è la generazione web, vive in un mondo interconnesso, ma non dimentica le radici. Uno striscione in napoletano recitava: “Stamm jenn a mare cu tutt ‘e panne”. Ovvero: affoghiamo definitivamente. Il sottinteso era che, per molti, è un destino incompreso.