Tempo di lettura: 2 minuti

“Le notizie che arrivano da Roma sulla ipotesi di dimensionamento scolastico sono sconfortanti. Bene ha fatto la Regione Campania ad impugnare il provvedimento che infligge un colpo mortale in particolare al Mezzogiorno, soprattutto alle aree interne, sguarnendo pezzi interi di territorio da dirigenze scolastiche ed accorpando plessi posti a tantissimi chilometri di distanza l’uno dall’altro. La circostanza preoccupa ma non meraviglia. Era noto che questo è un governo a trazione settentrionale. Fa specie che ci siano esponenti politici locali di quell’area che continuino a magnificarne l’azione che, sul fronte della disparità territoriale, sta facendo ancor peggio di come ci si poteva aspettare”. Lo dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Maurizio Petracca.

“Il piano – aggiunge – avrebbe dovuto tener conto delle nostre specificità territoriali e dal fatto che aree come l’Irpinia vivono importantissimi fenomeni di decremento demografico in virtù del quale le dirigenze scolastiche rappresentano presidi di primaria importanza in termini di servizi, ma anche punti di riferimento importanti per le comunità”.

“A questo – così conclude il consigliere regionale Petracca – si aggiungono il mancato trasferimento dei fondi complementari che rischia di mandare in dissesto centinaia di Comuni. Il blocco di queste risorse significa che le amministrazioni che non portano a termine le opere entro dicembre 2023 dovranno finanziare con i fondi di bilancio quello che non hanno completato. In Campania mancano all’appello circa 400 milioni di euro tanto che il completamento di queste opere rappresenta allo stato un miraggio. E’ l’ennesimo scippo perpetrato ai danni del Sud che si affianca al corposissimo definanziamento sul Pnrr che solo per l’Irpinia vale oltre 235 milioni di euro. Ormai è chiara la strategia: depotenziare il Meridione per aumentare il divario storicamente esistente. Faccio davvero fatica a capire come si possa essere, stando al Sud, vicini a questo esecutivo nazionale, sostenerne l’azione, senza volersi evidentemente rendere conto dei guasti che stanno facendo sulla pelle delle nostre comunità e dei nostri territori