Tempo di lettura: 5 minuti

Carissimi,

tutti saluto di cuore, all’inizio del nuovo anno pastorale, in particolar modo i sacerdoti e i diaconi, i consacrati e le consacrate, tutti gli operatori pastorali e i fedeli che, a vario titolo, vivificano le nostre comunità. Con questa mia breve lettera desidero indicare mete e obiettivi per l’anno pastorale 2023-2024, che stasera apriamo in forma comunitaria.

Martedì 5 luglio, all’Assemblea di programmazione diocesana, sono state formulate alcune proposte da realizzare nel corso di questo nuovo anno; al contempo, alcune iniziative realizzate nell’anno passato – come gli incontri guidati dal p. Jean Paul Hernández o l’incontro pastorale di giugno, basato su un approccio nuovo e più dinamico al testo sacro – ci hanno mostrato quanto sia ormai opportuno un utilizzo più massiccio dell’arte sacra e anche della manualità (molto bella l’iniziativa sul cibo nella Bibbia, con pietanze realizzate sul campo) negli incontri di formazione e di catechesi, metodi che diverse associazioni già da tempo utilizzano con profitto.

Sullo sfondo è rimasta la Lettera pastorale Lampada ai miei passi, che resta tuttora un punto di riferimento, perché la nostra Chiesa dovrà – come scrivevo in quella circostanza – «impegnarsi con tutte le forze per porre al centro della sua azione pastorale la Parola di Dio. Plagiando uno slogan coniato ormai decenni or sono dalla pastorale familiare, possiamo dire: “Non tutto e non solo Parola, ma niente senza la Parola”, e senza che la Parola – aggiungo – abbia un ruolo centrale in ogni cosa».

Com’è noto, tutta la Chiesa è impegnata in un percorso sinodale che non si propone tanto d’aggiungere cose nuove a cose antiche, quanto invece di aiutare a vivere in modo nuovo, più sinodale, cioè più concorde, il nostro essere comunità di fede, di speranza e di carità. Nel cammino avviato – dopo i primi due anni, dedicati all’ascolto attraverso i tavoli sinodali che hanno coinvolto molte persone in ogni singola diocesi – ci troviamo ormai in quella che è stata caratterizzata come “fase sapienziale”: essa, secondo quanto espresso nelle Linee guida, «ha il compito di individuare le scelte possibili, preparare delle proposte da condurre alla fase profetica, comprendere come si attua il consenso dei fedeli e come questo sostiene le scelte dei Pastori, focalizzandosi non su “che cosa il mondo deve cambiare per avvicinarsi alla Chiesa”, ma su “che cosa la Chiesa deve cambiare per favorire l’incontro del Vangelo con il mondo”. Più che formulare giudizi su ciò che gli altri devono fare, occorre dunque in questa nuova fase riflettere su come i discepoli di Gesù possano convertirsi per essere più “sinodali”, cioè per “camminare con” il Signore e con tutti i fratelli e le sorelle» (p. 12).

In definitiva, alla luce delle indicazioni offerte dagli Orientamenti metodologici, ogni Chiesa particolare deve chiedersi: «Quali sono gli argomenti che più interpellano la nostra Diocesi alla luce dell’ascolto effettuato, dei Cantieri messi in atto e delle sfide presenti nel nostro contesto? Su quali sotto-temi possiamo realisticamente arrivare a proposte concrete di rinnovamento nel tempo di un anno pastorale?» (p. 4).

Concretizzeremo queste indicazioni (attraverso un discernimento a livello diocesano, zonale e parrocchiale) in un percorso che si propone di fare sintesi anche delle proposte emerse nell’assemblea del 5 luglio e del lavoro pastorale portato avanti nell’anno precedente, ad intra e ad extra (come dimenticare, ad esempio, tutto ciò che si è fatto sulla questione delle cosiddette “Aree interne”, divenuta ormai d’interesse nazionale, e che proprio a Benevento ha avuto la sua origine e ha tuttora il suo centro propulsivo?).

In questa prospettiva, in continuità con quanto indicato già lo scorso anno, è opportuno anzitutto ribadire l’interesse prioritario verso aree tematiche quali l’ascolto, la formazione, il dialogo e la corresponsabilità, di nuovo additate come urgenti tanto nell’assemblea di luglio che in altri incontri a vario livello.

In ambito formativo rinvio a ciò che si è detto già circa la formazione biblica non solo degli operatori, ma del Popolo di Dio nella sua completezza: obiettivo che dovrà esser perseguito in primo luogo dagli ambiti di base, vale a dire quello catechistico, quello liturgico, quello caritativo. Quanto all’ascolto, è stata sottolineata da più parti la necessità d’istituire degli “sportelli” di ascolto su tematiche umane e spirituali, sportelli rivolti, innanzitutto, a persone che non transitano nella galassia ecclesiale, per concretizzare l’auspicio di una Chiesa attenta al mondo che la circonda.

Per realizzare un tale obiettivo sarà necessario coordinare le risorse umane a disposizione: in tal senso, credo costituisca un passaggio obbligato il confronto serrato tra alcuni uffici afferenti specialmente alla galassia giovanile; penso soprattutto, ma non in modo esclusivo, agli uffici di pastorale familiare, giovanile, vocazionale, universitaria…, alle Associazioni, senza dimenticare possibili relazioni con aggregazioni esterne al mondo ecclesiale, impegnate però principalmente a operare tra i giovani (ad esempio, mondo della scuola, del terzo settore e dello sport).

Quanto a dialogo e corresponsabilità, non posso non riaffermare l’urgenza degli organismi di partecipazione (Consiglio Pastorale, Consiglio per gli Affari Economici): in tal senso, è il Sinodo stesso, quest’anno puntato soprattutto sulla tematica ecclesiologica, a indicarci tale obiettivo.

L’anno pastorale che oggi si apre ci aiuti dunque a trovare insieme le vie giuste per proseguire il nostro cammino comune. Maria, Madre di Dio e Madre nostra, ci sostenga in questo itinerario.

                                                                                                 † Felice, vescovo