Si parlerà di donne e discriminazione questo giovedì alle 15.00 presso la Biblioteca Comunale di Santa Maria Capua Vetere con il convegno «Quid est veritas? La discriminazione per motivi religiosi: voci in dialogo nell’Europa dei popoli tra storia, diritto, sociologia e tradizione» organizzato dalla sezione di Caserta dell’Associazione Donne Giuriste Italia (Adgi) con il patrocinio della Provincia di Caserta, del Comune di Santa Maria Capua Vetere dell’Associazione Nazionale San Paolo Italia (Anspi), del Corpo Italiano di San Lazzaro e dell’Interact Caserta Next Generation.
All’iniziativa interverranno Chiara Rosa Cerrone, autrice del libro «Gesù a giudizio: l’enigmatica verità sul processo», Antonio Virgili, presidente nazionale del Corpo Italiano di San Lazzaro, Benedetto Ligorio, storico e già ricercatore dell’Università «La Sapienza» di Roma, Barbara Schiavulli, reporter di guerra e autrice del libro «Burqa Queen» e direttrice di Radio Bullets, e Massimo Abdallah Cozzolino, segretario generale della Confederazione Islamica Italiana. Modererà l’incontro Anna Maria Ferriero, assessore alla cultura del Comune di Santa Maria Capua Vetere. Conclude Anna Maria Rufino, docente ordinaria di sociologia dell’Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli».
L’evento sarà anticipato dai saluti di Giorgio Magliocca, presidente della Provincia di Caserta, Antonio Mirra, sindaco di Santa Maria Capua Vetere, ed Anna Di Mauro, presidente Adgi Caserta. Ospite speciale dell’evento Filippo Morace, artista lirico, specialista in musica vocale del ‘700 napoletano e docente di prassi esecutiva e repertorio presso il Conservatorio di Salerno. Contributi saranno forniti da Flavia Marino, presidente Interact Caserta Next Generation. L’iniziativa è realizzata a cura del Comitato Scientifico ed Organizzativo Adgi Caserta composto da Anna Di Mauro, Carla Cecere, Rosanna Sangiuliano e Iolanda Buono.
“Nessuna religione discrimina davvero sulla base del genere o per razza – spiega Anna Di Mauro, presidente Adgi Caserta – e ciò che sta succedendo in Afghanistan è solo frutto dell’estremismo islamico, una scusante costruita ad hoc per rompere la pace, così come ci sono simili posizioni estremiste nel mondo ebraico ed in quello cattolico. Nessuna religione monoteista può accogliere l’idea di discriminazione poiché questa non esiste nelle sacre scritture ed, anzi, le posizioni estremiste vanno contro la vera religione. Viviamo, oggi, un tempo dedicato all’inclusione ed alle pari opportunità e le religioni sposano appieno questa visione, suffragata da encicliche e decreti per superare ogni forma di discriminazione. La religione non è, quindi, un valido motivo per giustificare comportamenti discriminatori nei confronti delle donne“.