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Nell’orrore delle presunte violenze sulle bambine di Caivano, a margine dei provvedimenti eseguiti oggi dai Carabinieri, un dato salta all’occhio. Ed è un giallo. “Nel Comune di Caivano sono assenti impianti di videosorveglianza pubblica” annotano gli investigatori dell’Arma, nella comunicazione sulla notizia di reato.
 
La circostanza emerge dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip Fabrizio Forte del tribunale di Napoli Nord, a carico dei due indagati maggiorenni. Messa così, l’assenza di occhi elettronici, di certo, non avrebbe agevolato le indagini, pur spedite. Anche perché, specificano i carabinieri, “nei luoghi indicati dalle minori (teatro degli stupri, ndr), non sono presenti neppure sistemi di videosorveglianza privata, trattandosi di zone distanti dai centri abitati”.
 
Invero, nel giugno di un anno fa, si registrò l’annuncio di Mara Carfagna, allora ministra per il Sud: “A Caivano potenzieremo la videosorveglianza”. L’esponente del governo Draghi si recò da don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde, minacciato dalla camorra. “Cinque mesi fa  – spiegò all’epoca Carfagna abbiamo siglato il contratto istituzionale di sviluppo concluso nell’arco di sei mesi che ha portato su quel territorio investimenti per quasi 200 milioni di euro per finanziare opere che quel territorio aspettava da tanto tempo. Saremo a Caivano per irrobustire quel contratto”.
 
La ministra parlò di “un finanziamento di oltre un milione di euro per un moderno sistema di videosorveglianza con sguardo in particolare sul Parco Verde”. Sappiamo come andò: dopo due mesi, il governo fu mandato a casa. Intanto però, da molto prima, si parla di emergenza criminalità a Caivano. Periodicamente, si moltiplicano gli appelli.
 
Ma l’assenza della videosorveglianza, se confermata, farebbe riflettere. Lo scorso giugno, anche il Comune ha fatto il suo annuncio: stanziati circa 150mila euro dal Viminale per l’implementazione della videosorveglianza urbana. Il progetto è stato presentato dall’ex sindaco Enzo Falco, prima di cadere – ad agosto – per le dimissioni di massa in consiglio comunale. Per i carabinieri, tuttavia, la videosorveglianza non c’era quando sarebbe servita. O forse arriverà troppo tardi.