Tempo di lettura: 3 minuti

Non c’è al momento nessun dato precursore di un’eruzione imminente dei Campi Flegrei e si continua a rilevare un fenomeno di bradisismo in atto: lo ha detto all’ANSA Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in relazione ad alcune affermazioni pubblicate sulla stampa relative a una possibile eruzione del vulcano. “Stiamo osservando un fenomeno bradisismico indotto indirettamente da una dinamica vulcanica e nessuno dei dati indica che si tratti del precursore di un’eruzione prossima ad accadere”, ha rilevato Bianco. “A partire dal 2012 nei Campi Flegrei è stata proclamata un’allerta gialle e da allora sono state fatte operazioni fondamentali per migliorare la comprensione dei fenomeni nell’area. Grazie al finanziamento della Regione Campania – ha aggiunto – abbiamo potenziato l’infrastruttura di monitoraggio su più parametri”. E’ così che la sismicità dei Campi Flegrei viene rilevata “in tempo reale” come anche le deformazioni del suolo, le variazioni della gravità, della temperatura e le composizioni geochimiche delle fumarole e il loro flusso. Il risultato è “il riconoscimento internazionale che Campi Flegrei e Vesuvio sono fra i vulcani meglio monitorati al mondo”, ha osservato Bianco. Questo, ha proseguito, nonostante si tratti di “zone complesse, dove c’è una grande urbanizzazione”. Un problema, questo, che “è stato risolto sia utilizzando reti in grado di rilevare più parametri, sia grazie alla ridondanza: lo sforzo di osservazione e monitoraggio dell’area flegrea non ha precedenti”, ha sottolineato l’esperta. “E’ inoltre costante – ha aggiunto – sia lo sforzo di migliorare la sensibilità degli strumenti, sia il grande lavoro di analisi dei dati generati dagli strumenti, e chiunque abbia la possibilità di studiare i dati, si rende conto che questi danno un quadro reale della situazione. Sulla base di questi dati, vengono poi elaborati modelli e scenari futuri, a breve, medio e lungo termine”. 

Nei Campi Flegrei è perciò attiva una rete di monitoraggio complessa, affiancata da un sistema di analisi avanzate, tutti elementi che insieme sono fondamentali per individuare eventuali cambiamenti e per fornire gli elementi utili alla realizzazione di scenari di pericolosità. Al momento gli scenari attuali, basati su dati e studi, non ci suggeriscono che ci sia una variazione importante nella dinamica del vulcano tale da suggerire l’approssimarsi di un evento eruttivo. Dagli scenari dipendono i piani di evacuazione: questi ultimi “sono basati sugli scenari che forniamo al dipartimento della Protezione civile” e “per quello che ne sappiamo, i piani esistono e da tempo sono stati consegnati ai cittadini in diversi Comuni della zona flegrea. Ci sono stati anche vari incontri delle Protezioni Civili (nazionali, regionali e comunali) ed esperti scientifici con la cittadinanza (l’ultimo lo scorso luglio) per illustrare lo stato del vulcano e la pianificazione in emergenza; un’esercitazione c’è anche stata nel 2019″. Esiste, perciò, “un sistema organizzato”, nell’ambito del quale “una variazione del livello di allerta viene concordata con la Commissione Grandi Rischi, in questo caso per il rischio vulcanico. Questo significa che “i piani di emergenza sono basati sull’idea che ci sia un cambio di livello di allerta prima dell’eruzione, conseguenza di una valutazione basata su dati scientifici”.