Nella Napoli delle mille emergenze, l’assistente sociale è un mestiere a rischio. I sindacati confederali denunciano aggressioni alle operatrici, chiedendo la scorta della polizia municipale. “Prima dell’estate – spiega Agostino Anselmi, coordinatore generale delle aree funzionali della Cisl Fp di Napoli – ci sono state diverse aggressioni fisiche e verbali, intimidazioni molto preoccupanti”. Sono episodi consumati “a macchia di leopardo in tutta la città”. Tra questi, casi di violenze nella sesta e ottava municipalità. Napoli, del resto, è da tempo una bomba sociale. E anche il taglio al Reddito di cittadinanza ha incendiato la rabbia di tanti emarginati.
Anselmi, con i colleghi Danilo Criscuolo (Cgil Fp) e Annibale De Bisogno (Uil Fpl), è stato sentito in commissione comunale Politiche sociali. I sindacalisti hanno chiesto tutele al direttore generale del Comune, Pasquale Granata, collegato in videoconferenza. “Di episodi ce ne sono stati e, sperando di essere cattivo profeta, ce ne saranno – dice l’esponente della Cisl Fp -. Con la legge che ha tolto il Reddito di cittadinanza i centri per l’impiego e l’Inps dirottano tutta l’utenza agli assistenti sociali del Comune di Napoli. Ciò fa pensare che sia il Comune o l’assistente sociale a determinare che loro possano avere le nuove fonti di reddito, il che non è esatto, come chiarito a più riprese. E gli assistenti sociali non c’entrano per questa fattispecie”. Nelle fasce più deboli della popolazione, il malessere serpeggia più che mai. Moltissimi nuclei vivono in situazione di deprivazione socio economica. Famiglie monoreddito, mancanza di lavoro, congiunti in carcere. E i più esposti alle proteste sarebbero proprio gli operatori del welfare municipale.
“Purtroppo ci sono persone esasperate, che hanno un disagio sociale – denuncia Anselmi -. Come sindacati confederali chiediamo che nei 18 Centri servizi sociali territoriali ci sia, come avveniva negli anni scorsi, un presidio della polizia locale“. Secondo il sindacalista, la presenza degli agenti “comunque sarebbe un deterrente, il cittadino per quanto possa essere nervoso, quando vede una divisa, ci pensa due volte a fare qualcosa”. Viceversa, “adesso non ci sono barriere fisiche, né vetri”. La richiesta dei sindacati va estesa anche ad un altro ambito. “Allo stesso modo – precisa Anselmi – poniamo il tema della sicurezza quando le assistenti sociali a vario titolo vanno a fare le visite domiciliari, dove spesso non portano buone notizie. Magari devono togliere un minore o collocarlo in una casa famiglia”. In queste circostanze emergono ulteriori aspetti problematici. Uno, ad esempio, è relativo agli spostamenti sul lavoro. “Chiediamo che queste operatrici – evidenzia il sindacalista Cisl Fp – siano accompagnate e tutelate dalla polizia locale, anche con l’auto di servizio. Spesso succede che queste poverine vadano con la loro vettura o con i mezzi pubblici, a spese loro”. A seguito delle ripetute aggressioni, nelle scorse settimane, il Comune ha inviato pattuglie di caschi bianchi. “Ma quelle – chiarisce Anselmi – erano ronde, che non ci servono. Ci occorre un presidio fisso”. All’istanza dei sindacati si è associato il presidente della commissione Massimo Cilenti.