“Il problema di questo governo è che pensa alle misure di sicurezza senza pensare a quelle sociali: infatti dal Pnrr ci saranno 5,8 miliardi in meno per la tutela del suolo e la rigenerazione urbana. Intervenire con 30 milioni di euro per le periferie è assolutamente inadeguato ed è una cosa che fa arrabbiare soprattutto in virtù delle risorse perdute a causa dell’incapacità di questo governo di realizzare progetti proprio per la riqualificazione delle periferie. Questo è scandaloso. Il provvedimento di Meloni per la sicurezza, prevede il carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola: una domanda da porsi è che fine fanno i figli una volta che i debitori sono in carcere? Ma soprattutto, cosa prevedere per chi non costruisce scuole e perde i fondi per recuperare le periferie? Una delle nostre proposte per arginare la criminalità giovanile è quella di aumentare l’età dell’obbligo scolastico fino ai 18 anni, la scuola è il primo presidio di legalità e di educazione al rispetto delle regole e delle persone”. Così Angelo Bonelli co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, intervenendo a Coffee Break su La7.
“Con il decreto Caivano il governo Meloni ancora una volta si muove solo sul piano della repressione, facendo finta di non vedere il burrone sociale che sta creando con le sue politiche scellerate. Dalle anticipazioni che leggiamo, nel provvedimento ci sono anche misure già proposte dal Movimento 5 Stelle. Non siamo contrari ad una stretta rispetto a condotte molto gravi compiute da minorenni, altre misure annunciate dal governo invece sembrano inutili e meramente propagandistiche. Ma il cuore del problema è altrove: solo un governo miope e incapace può pensare di risolvere criticità gravi e diffuse solo con la repressione mentre si toglie il Reddito di Cittadinanza a tante famiglie che tornano sotto il ricatto del clan, si lascia che la Sanità vada a rotoli sotto gli occhi di tutti, si va avanti nel ridimensionamento della rete scolastica, si fanno lavorare Polizia e Carabinieri con enormi vuoti negli organici, si definanzia il Pnrr proprio nel contrasto a emarginazione e degrado sociale. Quello che il governo Meloni non capisce è che nelle tante Caivano d’Italia sono i presìdi sociali a togliere la manovalanza alla criminalità. Le risorse destinate alla scuola sono ridicole per entità e male indirizzate. Ad esempio, bisognerebbe assumere assistenti sociali, psicologi e pedagogisti per supportare gli studenti e le famiglie. In questo modo il governo si muove senza visione e continuerà a inseguire i problemi pagando i suoi errori sistematici”. Così le capogruppo M5S nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato Valentina D’Orso e Ada Lopreiato.
Il decreto Caivano “è tutto schiacciato sulla repressione. Se i nostri ragazzi sbagliano, finiscono nelle reti delle criminalità è perché non funziona qualcosa nella società civile. Se non c’è un’azione coordinata, seria e strutturata sul tema dell’educazione allora queste misure rischiano di essere misure spot”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine di un’iniziativa.
“Avevano detto che bisognava aumentare le pene sugli scafisti, lo hanno fatto ma alla fine l’unica cosa che è aumentata sono stati gli sbarchi – ha detto Nardella riferendosi alle decisioni del governo -. Attenzione a questi decreti spot che non portano alcun tipo di soluzione rispetto a un problema che esiste. Nelle città vediamo il dramma delle baby gang, del disagio giovanile, è un problema molto serio e complesso: si dovrebbe affrontare con il dialogo con città, amministrazioni.
Bisognerebbe affrontarlo affiancando alle misure repressive un piano serio che guarda anche alla prevenzione. Prevenire è sempre meglio che curare, anche quando si inaspriscono le pene se non c’è una visione di insieme e non si guarda ai mali della società civile si finisce per fare delle misure spot che diventano boomerang”.
“Con le misure spot – ha ribadito il sindaco – si fa poco, anzi illudiamo i cittadini e poi non risolviamo i problemi”.
“Soddisfazione per l’approvazione del decreto legge Caivano, indispensabile per tutto il Paese, dove la Lega ha avuto un ruolo fondamentale. Bene, infatti, che siano state accolte le nostre proposte contro le baby gang come ad esempio l’ammonizione dei ragazzi dai 12 ai 14 anni, sanzioni più dure per chi non va a scuola e per i genitori – fino a oggi la punizione era ridicola, appena 30 euro -; lavori socialmente utili per riparare subito il danno compiuto oppure un processo senza sconti; daspo, ovvero il divieto per il ragazzo di frequentare determinati luoghi. Concretezza e rigore. Ringrazio il collega sottosegretario Andrea Ostellari per l’ottimo lavoro svolto che dà finalmente una stretta decisiva alla violenza e alla criminalità minorile”. Così la senatrice della Lega Stefania Pucciarelli.
“Il tema della sicurezza urbana per noi è fondamentale. Questo richiede un impegno, tutti i giorni, da parte delle istituzioni nazionali. Non servono interventi spot, ma un lavoro concreto e costante”. A dirlo il deputato democratico Piero De Luca a margine dell’inaugurazione del cantiere di inizio lavori sul corso Vittorio Emanuele di Salerno.
“Noi chiediamo con forza al governo – ha aggiunto – di mettere a disposizione maggiori risorse, più forze dell’ordine, ma chiediamo anche un lavoro complessivo più ampio. Ieri è stato adottato il decreto cosiddetto Caivano, pensato più sull’onda dell’emozione che non risolve però i problemi che ci sono nei quartieri delle nostre città. Dobbiamo intervenire mettendo maggiori risorse e più forze dell’ordine, ma puntando, anche e soprattutto, sulla prevenzione. Nei quartieri bisogna intervenire con investimenti nelle scuole, nelle reti sociali, nei presidi sanitari. Il governo sta facendo l’esatto opposto, ha tagliato 13 miliardi di euro di progetti già finanziati nel Pnrr e destinati alla riqualificazione e rigenerazione delle nostre periferie. È per noi una cosa inaccettabile. Non hanno ancora detto come e se intendono coprire questi progetti che in alcuni casi sono già stati avviati. Il Governo lavori con serietà senza fare misure propagandistiche, ma lavori ogni giorno per garantire la sicurezza e la serenità di vita nelle nostre città. Questo comporta un lavoro di prevenzione forte nelle scuole, nel sociale, nelle nostre comunità”.
“In nessun paese democratico l’aumento delle pene ha ridotto i crimini gravi. In nessun paese democratico l’abbassamento dell’età della punibilità ha ridotto i reati violenti dei minori”. Lo afferma Sandro Ruotolo della segreteria nazionale del Partito Democratico.
“Noi abbiamo a Napoli e provincia 5000 minori che hanno a che fare con la giustizia minorile. In Campania 93 ragazzi sono attualmente detenuti di cui 35 accusati di omicidio e tentato omicidio. E pensiamo di risolvere il dramma delle nostre periferie riempiendo le carceri di altri minori insieme ai genitori? Chi commette un reato va punito non c’è dubbio, ma dobbiamo lavorare tutti perché un giovane sedicenne non uccida un suo coetaneo, non spacci droga, non faccia rapine. Restituiamo dignità a chi vive nelle nostre periferie. Serve un piano straordinario di manutenzione delle case popolari.
Troviamo i fondi necessari per assumere assistenti sociali, psicologi per sostenere quei genitori che non si occupano dei figli. Scuole a tempo pieno e maestri di strada. Nelle nostre aree disagiate hanno fame. Non c’è lavoro e con la cancellazione del reddito di cittadinanza non c’è più nessun contrasto alla povertà”.
“Il decreto legge contro la criminalità giovanile assume anche un’utile norma sull’ordinamento penitenziario minorile. I maggiorenni, ristretti negli istituti per minorenni, che compiono atti incompatibili con le attività trattamentali o si avvalgono dello stato di soggezione indotto negli altri detenuti saranno trasferiti, su richiesta del direttore, nel carcere per adulti.
Il dispositivo adottato si è reso necessario dopo un attento confronto con i direttori e i comandanti degli istituti per minorenni, alcuni rappresentanti del personale e delle associazioni di volontariato. Gran parte dei maggiorenni e dei giovani adulti, ristretti sino al compimento del 25esimo anno di età nelle carceri minorili per reati commessi prima del compimento dei 18 anni, possono costituire un riferimento positivo per i detenuti più giovani. Tuttavia una parte minoritaria di questi soggetti turba l’ordine e ostacola i progetti di educazione e avviamento al lavoro. Grazie a questa nuova norma, che funzionerà anche da deterrente, miglioreranno la sicurezza e l’armonia negli Ipm italiani. Rieducazione e rigore tornano finalmente protagonisti”. Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari.