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Un mondo in parte nuovo quello in cui si è ritrovato catapultato il Benevento. Nonostante la serie C abbia rappresentato per anni la ‘casa‘ della Strega, incapace di compiere quel volo spiccato solo nell’estate del 2016, i sette anni di assenza, vissuti tra i fasti della B e soprattutto della A, hanno offuscato il ricordo di un torneo duro e complicato, da cui emergere non è così semplice come si possa credere.
La gara con la Turris è stata emblematica in questo senso. Al netto delle tante attenuanti, i giallorossi sono incappati in una amara sconfitta, incassando tre reti in rimonta dai corallini. L’occasione del riscatto arriverà lunedì, quando al “Ciro Vigorito” arriverà la Virtus Francavilla, altra compagine ferma a zero punti. Una sfida inedita, raccontata da chi in quella parte della Puglia è nato e ha recentemente vissuto un’esperienza proprio con la società del presidente Magrì. Pietro Sportillo, due stagioni fa, è stato il vice di Roberto Taurino alla guida dei pugliesi, ottenendo un lusinghiero sesto posto.
Un racconto, però, che inizia aprendo l’immancabile cassetto dei ricordi, perché Sportillo in carriera ha vestito anche la maglia Benevento. Stagione 2004/05, era la squadra del presidente Spatola allenata da Benedetti, l’anno prima del fallimento.
Benevento è stata un’esperienza fantastica, venivo da un infortunio gravissimo al tendine di Achille e avevo avuto difficoltà a recuperare. Devo ringraziare l’allora direttore sportivo Sergio, mi voleva già al Foggia l’anno precedente ma non volevo perdere la serie B a Trieste. Mi prese lo stesso l’anno dopo, lo ringrazio ancora a distanza di tantissimi anni“, racconta Sportillo, “firmai al minimo federale con Spatola, avevamo un accordo di rivedere le cifre più avanti. Mi fecero curare a Cerreto da De Nicola e riuscì a giocare 24 partite di fila, con il rammarico dei play off persi con il Sora. Vincemmo ad Avellino dopo 60 anni, un derby sempre sentito, ma sbagliammo quella partita. Sotto l’aspetto calcistico fu un anno fondamentale, rientrai in campo e trovai una città fantastica con dei tifosi meravigliosi”.
Sono passati quasi venti anni da allora e il calcio ne ha fatta di strada: “Penso sia molto più difficile giocare oggi. Al portiere, ad esempio, non si richiede solo di parare ma anche di giocare con i piedi. I difensori non devono solo marcare ma costruire, i centrocampisti devono buttarsi dentro. Il calcio è cambiato, ogni categoria è difficile e ha i suoi valori. La serie C è altamente competitiva, due anni fa c’erano piazze come Bari, Palermo e Avellino. E’ un banco di prova rilevante, se riesci a fare bene puoi pensare di compiere addirittura il doppio salto perché ti porti dietro prerogative importanti“.
Non solo il calcio, tuttavia, è cambiato. L’ormai ex difensore ha intrapreso una nuova vita. Appesi al chiodo gli scarpini, Sportillo ha scelto un futuro in panchina. “Ho intrapreso subito la carriera da allenatore, sono sempre stato patito dell’aspetto tattico, a ogni tecnico facevo domande perché ero curioso. Ho iniziato da solo, ho vinto in Promozione ed Eccellenza, poi è arrivata la chiamata di Taurino alla Virtus Francavilla che ho accolto con entusiasmo“, prosegue il classe 1978, “è molto più bello giocare, hai meno pensieri e pressioni. Fare l’allenatore comporta tante sfaccettature, devi gestire non solo la squadra, ma anche la società, i tifosi e l’ambiente e devi farlo con grande lucidità, con tanta pazienza e umiltà. Devi prendere le decisioni con la tua testa, ma avere la consapevolezza che il consiglio giusto può arrivare da qualunque parte. Bisogna saper accettare il parere altrui, perché il calcio viene visto in maniera diversa dalle tante figure che vi ruotano intorno. E’ un ruolo affascinante e bello che ti porta a vivere in maniera diversa il calcio“.
Un percorso scelto senza remore da Matteo Andreoletti. A lui è affidato il nuovo corso della Strega, chiamata adesso a un pronto riscatto. “Il Benevento ha una grandissima proprietà, ha vissuto anni fantastici passando dalla C alla A, ha avuto la forza di risalire subito dopo una retrocessione e non è mai semplice. L’anno scorso la squadra aveva valori importanti, c’erano dei Nazionali ma non so cosa sia successo. Il calcio è fatto anche di queste cose, è stata una retrocessione dolorosa sotto tutti i punti di vista, anche sotto l’aspetto economico. Si è dovuto, prima di tutto, fare pulizia di determinati contratti che in C non si potevano sostenere. A Torre del Greco è stata una gara negativa ma era la prima della stagione dopo aver cambiato tanti giocatori. L’ambiente deve ‘ripulirsi’ in fretta, mettendo da parte il passato“.
Il presente, infatti, si chiama Virtus Francavilla. “Il Benevento deve aspettarsi una squadra che proverà a chiudere tutte le linee di passaggio. Hanno cambiato allenatore, è arrivato il mio amico Villa, e hanno cambiato tutti gli interpreti della difesa“, conclude Sportillo, “rispetto a due anni fa, sono rimasti pochi giocatori, tra cui Carella, giovane ma da tempo nel giro della prima squadra. La Virtus ha cambiato tutto, il sistema però resta sempre il 3-5-2, la loro impronta di gioco. I giallorossi affronteranno una squadra che vorrà riscattarsi dopo una sconfitta, su un campo importante come il “Vigorito” faranno una partita attenta. Pronostico? Non ne faccio per scaramanzia“.