Il Teatro San Carlo ha istituito una borsa di studio alla memoria di Giovambattista Cutolo, ucciso ieri a Napoli. Lo rende noto il sovrintendente, Carlo Fuortes, “profondamente addolorato per l’atto di violenza che ha portato alla perdita di un giovanissimo musicista”.
“Questa tragedia è un colpo al cuore della comunità – afferma Fuortes – ed esprimo a nome di tutti i lavoratori del Teatro San Carlo la nostra vicinanza alla famiglia della giovane vittima. Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte per prevenire la violenza e proteggere la vita dei nostri ragazzi. Insieme possiamo fare la differenza”. “L’istituzione culturale San Carlo – prosegue – si impegna con rinnovata passione a promuovere l’accesso alla cultura e alla musica per i giovani, con particolare attenzione alle attività per le periferie. Sappiamo bene che la cultura e l’arte possono svolgere un ruolo fondamentale nell’arricchire le vite dei giovani e contribuire a creare opportunità. In questo spirito, nel futuro aumenteremo i nostri sforzi per avvicinare la cultura musicale ai giovani del nostro territorio ampliando ancor più programmi educativi, dando accesso a tutte le attività formative e sostenendo talenti emergenti nelle comunità meno privilegiate”.
In questo senso, spiega Fuortes, “il Teatro San Carlo ha deciso di istituire la ‘Borsa di studio Giovanbattista Cutolo’ intitolata al giovane musicista ucciso. Potranno partecipare alla Borsa di studio tutti i giovani musicisti emergenti e ogni anno sarà selezionato come vincitore un giovane talento”.
Il Teatro San Carlo sarà presente alla fiaccolata annunciata oggi alle 18.00 a Piazza Bellini.
“La terribile notizia della morte di Giovanbattista Cutolo, giovanissimo musicista della Nuova Orchestra Scarlatti di Napoli, ucciso nella centralissima piazza Municipio, ha sconvolto tutti. Napoli e tutto il Paese hanno perso un giovane talento, un ragazzo che amava la musica, la bellezza e la cultura. Giovanbattista è stato ucciso da un ragazzo poco più giovane di lui, di 16 anni, che invece aveva imparato che la violenza, le armi sono le uniche cose che contano nella vita. Le parole di dolore e di rabbia pronunciate dal direttore artistico dell’Orchestra Scarlatti dove suonava Giovanbattista, Gaetano Russo, non possono e non devono in alcun modo lasciarci indifferenti”. Lo scrive in una lettera aperto al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, lo scrittore Maurizio De Giovanni.
“Nel ricordare questo brillante ragazzo, il suo entusiasmo, il suo profondo legame con la città di Napoli, Russo non ha dimenticato di sottolineare i sacrifici cui Giovanbattista – che lavorava come cameriere a causa della precarietà della sua attività in orchestra – era quotidianamente costretto”, dice. “Le parole di Russo pesano come un macigno sulla coscienza delle istituzioni: non sapremo mai se Giovanni si sarebbe salvato, se ci fosse stata un’orchestra a Napoli, ma di certo non possiamo affatto permettere che la Scarlatti chiuda, men che mai oggi. Perché se la Scarlatti dovesse chiudere, allora certamente il fallimento sarebbe di tutti – Stato, istituzioni, società civile, cittadini. Serve invece una risposta concreta, immediata. Un segnale tangibile della presenza delle istituzioni, una scintilla che riaccenda le speranze di questa compagine artistica, e dia nuovamente ragion d’essere alla sua presenza sul territorio” conclude chiedendo “di firmare un decreto per rendere stabile questa storica orchestra napoletana, che da oltre 30 anni lavora per far sbocciare talenti, passioni e speranze, per educare al rispetto, alla bellezza, alla sensibilità, all’arte. Sono queste le realtà che abbiamo il dovere di potenziare e contrappore con fermezza a quei contesti di degrado che dilagano con sempre maggior pervasività”.
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