“In quei momenti, quando sei parte di un’opera lirica, è come se ti trovassi in una ‘bolla’, fuori dal mondo, vivi un sogno che si trasforma in lavoro: spero di non svegliarmi mai da questo sogno e invito i miei coetanei a credere nei loro sogni con tenacia e sacrificio senza mai abbattersi“. Spiega così all’ANSA le sue emozioni il soprano Serena Fuggi, 34 anni, con alle spalle diverse esperienze, fra cui l’ultima recente come artista del coro alla 69ma edizione del Festival Puccini a Torre del Lago (con Turandot e Madame Butterfly), e proiettata al prossimo impegno, a novembre, con ‘Gloria‘, composizione sacra del grande musicista toscano, e a maggio del prossimo anno in Giappone sempre con opere di Puccini tra cui La bohème.
Sannita di Vitulano, Serena Fuggi vive a Milano ed è componente della ‘Corale Lirica Ambrosiana‘ con la quale partecipa a diversi concerti; dopo aver frequentato il Conservatorio di Avellino diplomandosi in canto lirico e fatto diversi anni di formazione a Verona, si definisce un soprano lirico leggero con una facilità negli acuti. “Sono impegnata nel lavoro come artista dei cori e svolgo anche attività di solista nei concerti intendo essere pronta per ogni tipo di esperienza nel mio settore“.
Ma consiglierebbe la sua strada ai giovani? “Certo, non ho dubbi. Ti da’ tantissimo a livello emotivo e ti arricchisce come persona. Anche se spesso bisogna fare a botte con la realtà perché il nostro da molti, specie nel Sud, non viene considerato un ‘lavoro’ ma un percorso di fatti strani e incomprensibili come se la passione fosse quasi una colpa e anche per questo ho deciso di puntare al Nord. Ma, in realtà, non è così: è’ un mondo affascinante e, appunto, da sogno ma per realizzare i tuoi obiettivi devi agire nel segno della pazienza avendo tenacia e forza, sapendo che troverai molte porte chiuse. e non devi pensare solo al guadagno…“.
Figlia d’arte (il papà Cosimo è stato cantante e compositore di musica leggera), Serena non si sente per niente arrivata, anzi. “Sono alle prese con uno… ‘studio matto e disperatissimo’, per citare Giacomo Leopardi, che mi vede impegnata a formarmi sempre di più. Farò audizioni in diversi teatri italiani per tentare nuove strade perché alla fine l’impegno paga sempre. Ovviamente non aspetto che la stabilità mi arrivi dal cielo e anche per questo insegno nelle scuole e, perché no, canto anche nei matrimoni, ma il mio obiettivo centrale resta quello di proseguire nella lirica“.
Una passione per la quale, per ora, ha deciso di sacrificare tutto: “Non c’è spazio in questo momento per altre cose, per esempio, i figli. Il nostro è un impegno duro: bisogna fisicamente allenare la voce, giorno dopo giorno, senza sconti, uno strumento che non puoi vedere né toccare. Occorre superare i momenti ‘no’ – che ci sono – ricorrendo alla volontà e alla costanza ed occorre avere un compagno di vita che assecondi i tuoi desideri“.
La lirica non è da vecchi: Serena non ha dubbi. “I giovani diano una possibilità all’Opera – come in tanti stanno già facendo grazie anche a tante regie accattivanti, modernizzate – e scopriranno una realtà stupenda e magica al pari della musica leggera e di altre forme di espressione artistica. Ma molto deve fare la scuola nel suo complesso per avvicinare le nuove generazioni alla musica e all’Opera“.
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La giovane soprano sannita Serena Fuggi ai coetanei: “Trasformate il sogno in realtà”
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