Fede, tradizione, amore per la propria città e attaccamento alle radici. La Processione in onore della Celeste Patrona di Avellino, la Beata Vergine Immacolata, Assunta in Cielo, raduna centinaia di avellinesi e non solo.
Dopo la Messa tenuta nella Cattedrale del Duomo, sia questa mattina che nel pomeriggio, in serata la solenne processione dell’ “Assunta” per le strade della città ( per 6 km). Un evento storico, che rievoca ricordi sparsi nei secoli.
A guidare il corteo il Vescovo Arturo Aiello, dietro di lui la Statua fiera e rigorosa della Madonna, dall’altro a guardarci e guidarci tutti.
E poi in Processione il sindaco di Avellino Gianluca Festa con molti membri della sua squadra di governo e per l’opposizione il sempre presente dottor Franco Russo, il sindaco di Montoro e consigliere provinciale Girolamo Giaquinto a rappresentanza della Provincia ma soprattutto il popolo avellinese ed irpino che è tanto affezionato alla Madonna di Avellino.
In molti avevano la figura che ritrae la Madonna intorno al collo, in segno di profonda devozione.
Tra Padre Nostro, Ave Maria e altre preghiere, un momento di fede e di raccoglimento davvero suggestivo.
Una Processione anche più significativa e dal forte valore, anche perchè dopo anni con alti e bassi, il “Festone Patronale di Avellino” è tornato ad essere vissuto a 360°, motivo di rafforzamento della propria fede cristiana o di avvicinamento da parte delle giovani generazioni.
Il culto verso l’Immacolata, come ricorda l’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione, è molto acceso in Irpinia e, il fatto che la Santa Vergine sia Patrona di Avellino, rende ancora più chiara l’idea della grandezza dell’evento che si tiene nel Capoluogo e il motivo dell’affetto e della grande venerazione che la gente ha nei riguardi di questa Immagine Sacra di Maria, che viene trasportata su di un carro ricco di fiori e di opere d’arti, come i dipinti di Ovidio De Martino, che adornano il tutto.
In questo anno, la Festa Patronale di Avellino coincide con una ricorrenza particolare: il 305° Anniversario del Simulacro della Vergine.
“La pandemia – ricordano ancora dall’Arciconfraternita- è stato un flagello utile ad insegnarci di ringraziare sempre il Signore, che ci permette di rivivere annualmente questi straordinari eventi, senza mai darli per scontati”.