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Nella mattinata di oggi, 14 agosto, il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello, con due collaboratrici, ha fatto visita all’Istituto penitenziario di Secondigliano. Accolti dalla direttrice d’istituto la dott.ssa Giulia Russo, hanno visitato diversi padiglioni del penitenziario dove sono presenti 1.200 detenuti, 80 collocati al SAI. Il Garante regionale ha dichiarato all”uscita del carcere: “La mia visita ha fatto emergere diverse criticità: l’assenza dei medici psichiatri e medici in sezione, i ritardi per visite specialistiche e ricoveri ospedalieri. Profilo, questo, importante per la salute dei detenuti. Finanche l’assenza di defibrillatori in diversi reparti,anche non sanitari, è indice di grande precarietà, ma non solo per i soggetti in stato di detenzione ma anche per quelli che vigilano su questi ultimi. Infatti, purtroppo il primo luglio di quest’anno è deceduto a seguito di infarto un agente in un posto frequentato da personale penitenziario, avvocati,magistrati,volontari. L’intervento di primo soccorso invero non è stato possibile. La drammatica carenza di personale penitenziario che vede impegnato 1 agente per 2 sezioni è indice di una macroscopica criticità, che mette costantemente in pericolo la sicurezza di tutti quelli che operano all’interno della casa circondariale.
Un’altra doglianza emersa durante la visita ispettiva – purtroppo sollevata dalla maggior parte dei detenuti – riguarda l’attività dei magistrati di sorveglianza: sia i tempi di risposta sia per la loro “discrezionalità”. La discrezionalità – ricorda il Garante campano – è la stella maestra di qualsiasi giudice, ma nel caso di detenuti può creare una sorta di ingiustizia sottotraccia, spesso si registra, a parità di condizioni e requisiti dello stesso condannato nel corso dell’esecuzione, a seguito di sostituzione del Magistrato, cambiamenti peggiorativi in termini di benefici, oppure comparando le medesime posizioni tra diversi ristretti provvedimenti diversi o di accoglimento o di rigetto. A questo punto forse la discrezionalità che porta a provvedimenti di accoglimento a favore dei diversamente liberi può essere indice di una maggiore umanità del singolo magistrato che giudica l’uomo”.