Tempo di lettura: 2 minuti
Ennesima denuncia dell’odissea che vivono le persone che si recano al pronto soccorso della città ospedaliera di Avellino.
 
La signora Anna Maria lascia la sua testimonianza nel gruppo “Non sei irpino se”.
Di seguito il suo racconto:
 
“Arrivo alle 19:00 con mia madre con valore PT altissimo, cardiopatica con valvola cardiaca compromessa, dializzante tre volte a settimana, (oggi ha fatto la terza settimanale da 5 anni) all’estremo delle forze stanchissima dopo averla fatta salire nel reparto dialisi per richiedere certificato che facesse conferma dell esito dell’ esame PT sono scesa al pronto soccorso.
 
E’ stata posta su una sedia per ben 4 ore, tra i suoi lamenti che veramente era esausta, sono stata costretta a richiedere più volte almeno farla sdraiare su un lettino, una barella.
NON CE NE SONO”. Salgo in reparto chiedendo se mia madre può effettuare l’esame e tornare a casa, la dottoressa che la segue dice che è meglio tenerla sotto controllo al pronto soccorso a causa della sua situazione.Scendo, trovo mia madre ancora sulla sedia lamentandosi non posso stare più così. Educatamentie chiedo al triage: mamma non ne può più, può avere una barella può effettuare l’esame e vedere se quell esito alto è errato? “Deve aspettare!”
Torno in reparto nefrologia non mi aprono, mi arrendo, ma nel corridoio trovo una dottoressa, chiedo se è del reparto nefrologia dialisi, mi dice di sì e se c’è posto per mia madre cercando di spiegare il motivo della mia richiesta disperata, mi liquida in modo arrogante che non conosce mia madre e che non ha posto.
 
Torno al pronto soccorso: la situazione non è cambiata: urlo disperata se possono metterla su una barella o lettino e niente ancora.Alla fine mia madre mi chiede voglio morire a casa mia no sulla sedia, sono stata costretta a portare via mia madre senza esame e ne esito.
Le mie urla inutili, non è possibile”.

 

“Pronto soccorso: caldo o freddo, qui si aspetta sempre anche per un giorno” (Foto)