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Una folla commossa e ancora incredula ha reso l’ultimo saluto a Gino Di Furia, il 62enne di Ariano Irpino rimasto ucciso mentre lavorava sul cantiere dell’Alta velocità-
 
Straziati dal dolore la madre Rosaria, la moglie  Antonietta, le figlie Veronica e Viviana, parenti ed amici.

E’ stato il Vescovo Melillo ad officiare la cerimonia nel Santuario di San Liberatore: “Ogni parola in questi momenti sembra essere pronunciata in maniera inopportuna, soprattutto quando si tratta di una morte così tragica, dolorosa”. ha detto.
 
Poi la lettera del sindaco di Ariano, Enrico Franza: “Il mio pensiero va ai familiari, alle persone che gli hanno voluto bene e ai colleghi di lavoro profondamente scossi dall’accaduto. A loro esprimo,a nome di tutta la Città di Ariano e dell’amministrazione comunale, il mio sentito cordoglio e la mia vicinanza, nell’attesa che nelle sedi opportune gli organi competenti accertino le responsabilità e facciano luce sulla vicenda.
Una morte che addolora doppiamente, perché inaccettabile è l’idea che si possa perdere la vita sul luogo di lavoro, proprio lì dove dovremmo sentirci tutelati e al sicuro. I dati nazionali purtroppo ci restituiscono un quadro drammatico che ci fa toccare con mano come il problema della sicurezza nei contesti lavorativi sia ormai diventata una vera e propria emergenza sociale da porre al centro dell’agenda politica.
Non conoscevo personalmente Gino, ma i racconti dei suoi colleghi e dei suoi amici restituiscono l’immagine di un uomo buono, cordiale e per bene.
Che la terra ti sei lieve, Gino”.