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Morti sul lavoro in italia, un primo semestre 2023 segnato dalla tragedia di 450 vittime.
Stiamo parlando di 75 decessi al mese, circa 17 alla settimana.
Sono 346 gli infortuni mortali registrati in occasione di lavoro (+1,2% rispetto allo stesso periodo del 2022)  e 104 quelli in itinere.

La Provincia di Avellino si classifica al 30esimo posto nella graduatoria in base all’indice di incidenza con tre morti (29 per tutta la Campania) sul lavoro dall’inizio dell’anno e una incidenza sugli occupati del 21%.

E la situazione è sempre più drammatica per l’osservatorio Vega Engineering per l’elevata incidenza di mortalità dei giovanissimi con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, quasi il 100% in più rispetto ai colleghi nella fascia tra i 25 e i 34 anni. e fino ai 14 anni si rilevano ancora 30.712 denunce di infortuni (oltre il 10% del totale).
eE il livello d’emergenza è elevato ancora per i lavoratori stranieri: il loro rischio di infortunio mortale è quasi doppio rispetto agli italiani, con un’incidenza di mortalità di 25,3 contro il 13,8 degli italiani.
Sempre in diminuzione dall’inizio dell’anno le denunce di infortunio totali: -22,4% rispetto a giugno 2022. un dato positivo che anche a chiusura del primo semestre è importante spiegare: nei primi sei mesi del 2022, infatti, gli “infortuni per covid” erano ancora molto numerosi. dunque, è la conclusione dell’emergenza sanitaria la vera causa di questo significativo decremento.

In zona rossa nel primo semestre del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 15 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Umbria, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
In zona arancione: Campania,
Valle D’Aosta, Calabria, Sicilia, Piemonte e Puglia. In zona gialla: Veneto, Lombardia, Lazio, Marche, Emilia Romagna e Liguria. In zona bianca: Sardegna, Basilicata, Toscana e Molise.

Per arancione si intendono le regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale. Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.

Giunti a metà anno il bilancio è ancora drammatico. Nel corso dei 14 anni in cui monitoriamo quotidianamente l’emergenza, constatiamo mese dopo mese come la situazione sia grave, anzi gravissima. E a testimoniarlo, purtroppo, è il numero dei decessi in occasione di lavoro, che rimane stabile negli anni. Ciò significa che il livello di sicurezza raggiunto negli ambienti di lavoro non è sufficiente a tutelare la vita dei lavoratori”.

Questa la prima riflessione sulla più recente indagine condotta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, da parte del suo Presidente, l’Ingegnere Mauro Rossato.

Numeri inquietanti che narrano le tragedie personali di chi ha perso un familiare mentre svolgeva la propria attività lavorativa. E, dopo sei mesi, ciò che ancora desta preoccupazione è l’incidenza di mortalità specie tra i giovanissimi lavoratori. Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, il rischio di morire sul lavoro è quasi doppio rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (14 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 7,8). Inoltre – prosegue Mauro Rossato – se dal confronto con l’anno scorso possiamo considerare positivamente la diminuzione del 22,4% degli infortuni denunciati, dobbiamo però sempre riportare alla memoria come nel 2022, e in particolare nei primi mesi dell’anno, fossero ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid che oggi, invece, non compaiono quasi più nelle statistiche”.