Sussurri dell’universo intercettati dagli artisti e sublimati nelle opere. Arte in purezza: potrebbe essere questo il filo conduttore dell’evento “Other Dimension – Eccellenze transmediali” , in programma al Campus Prinicipe di Agerola (Na), curato da Raffaele Iervolino e Pasquale Lettieri. La rassegna è patrocinata dall’Accademia di Belle Arti di Napoli e coinvolge diversi esponenti di spicco dello scenario artistico contemporaneo. È tra questi Marì, pseudonimo dell’irpina Antonella Gensale: ai personaggi che animano i suoi quadri lascia prendere forma e spazio sulla tela in divenire; un progetto “visionario” che nel tempo si è affermato come impronta creativa, elemento caratterizzante, apprezzato positivamente dalla critica. Dopo Milano, Padova e Vienna, l’invito per il ritorno in Campania è arrivato dalla rassegna che il prossimo 25 luglio verrà illustrata in anteprima e poi proseguirà per tutto il mese di agosto: le mostre saranno visitabili negli orari di apertura del campus presso la prestigiosa struttura a picco sulla Costiera Amalfitana.
Le opere di Marì in Campania, tra Agerola e l’Irpinia
Dopo gli apprezzamenti delle ultime rassegne internazionali, a luglio e ad agosto i dipinti di Antonella Gensale ospitati in terra natìa.
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“Il termine arte pura – spiega il critico d’arte Pasquale Lettieri – è sempre meno utilizzato nei contesti specifici. Ciò non significa che sia tramontata la dimensione teorica dell’arte, bensì essa appare collegata ad una sua molteplice applicabilità. Si va dalla “metafisica” di una purezza laboratoriale come individualistica prova di sé e della propria esistenza in vita nonostante la crisi concettuale dell’estetica e dello stile – nelle grinfie della società dello spettacolo e del sistema della moda, come modo d’essere del capitalismo postmoderno – all’utilizzazione di tutte le gamme e le valenze che la portano a lavorare al design, all’architettura, alla vita dei tanti oggetti che accompagnano (e diciamolo pure, fanno bella) la nostra difficile quotidianità”.
“Nel campo delle arti, – evidenzia il giurista e manager Raffaele Iervolino – ci sono questo tipo di risultati, che si chiamano invenzioni, creazioni, tutte cose che non hanno prezzo, in quanto ricchezze e valori immateriali, che non devono diminuire nei momenti di crisi, perché sono propellenti per il motore umano, fondamentale e determinante, in tutto e per tutto; una grande progettualità della cultura, deve sapere che non esistono realtà idealizzanti, buone per tutte le stagioni, perché entrano in gioco una quantità di variazioni, che richiedono una grande sensibilità, capace di adattare il progetto iniziale a tutte le situazioni nuove ed impreviste e non è separabile in compartimenti stagni, ma deve saper vivere la molteplicità delle discipline e delle epoche, con la stessa determinazione con cui persegue la quotidianità”. Collima con il ragionamento “Il mondo fluido di Marì” che è anche il titolo della personale dell’artista ospitata presso le sale dell’ex carcere borbonico di Avellino. Le opere saranno in mostra fino al 9 di agosto nelle “ex officine” del Museo Irpino di Piazza d’Armi. Dal 10 agosto, infine, si può ben dire che Marì tornerà a casa nella sua Montefalcione: qui un’ampia collezione di dipinti che hanno sublimato sussurri resterà in mostra per tutto il mese presso la galleria di via Cardinale dell’Olio.