Si chiama “downshifting” ed è l’arte di imparare a vivere con lentezza. Passare dalla teoria alla pratica richiede mesi, forse anni, ma a volte può bastare un solo pomeriggio. O semplicemente un giorno intero. A Federico Quagliuolo è accaduto alcuni mesi fa quando, ad Avellino per un progetto relativo alla promozione della Regione Campania, ha improvvisamente deciso che era quello il luogo giusto per un nuovo inizio. In tutti i sensi. La testimonianza è arrivata nei giorno scorsi con un lungo post pubblicato da Federico su Facebook. “Sono un emigrante al contrario. Nel senso che anziché andare a lavorare in metropoli affollate e lontane, ho scelto una cittadina tranquilla e vicina. Avellino in effetti è la perfetta media città italiana: ordinata, tranquilla, gelosa del suo benessere borghese. Ha strade larghe e grandi appartamenti, dorme nella controra e si sveglia nelle sere d’estate. Non ha l’ambizione competitiva di Salerno, é meno isolata di Benevento ed è troppo lontana per finire assorbita nell’orbita di Napoli come Caserta. Insomma, Avellino sta bene come sta e se ne compiace“.
Ebbene, Federico, di papà e mamma napoletani ma la famiglia è di Cerreto Sannita, si è raccontato ai microfoni di Anteprima24. «L’amore per la città di Avellino, nasce per un incontro casuale. Sono qui per promuovere la Campania – racconta – Mi capita di girare spesso la regione o per clienti o semplicemente per aspetti personali quindi racconto le storie dei comuni, delle attività commerciali, insomma il mio lavoro è questo. Durante il mio percorso, però, non mi è mai capitato di incrociare Avellino. Fin quando non ho avuto modo di contattare una guida turistica del posto, chiedendo di fare un città, l’obiettivo era arricchire l’aspetto personale. Da lì, nacque qualcosa. Inizialmente – svela Federico – Avevo puntato Salerno come città per trasferirmi e, poi dì lì nacque qualcosa di speciale con la città di Avellino. Una sorta di affinità elettiva, definiamola così. Cominciarono così i viaggi per l’Irpinia per conoscere al meglio il territorio». Federico Quagliuolo è il fondatore di “Storie di Napoli” e, tra le altre si occupa anche di fotografia. Da qui i viaggi in tutta la Campania.
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“Tre le cose che mi sono piaciute, fin da subito di Avellino – racconta Federico – La prima in assoluto è l’ordine. In Campania ci sono delle architetture miste molto riconoscibili tra Benevento, Salerno e Napoli. Appunto, ogni città nella nostra regione, ha una sua architettura. Avellino ha un’architettura nord italiana – sottolinea – Mi ha molto affascinata. E’ chiaro che tale architettura è arrivata nel post ricostruzione del sisma del 1980. Un contratto affascinante, tipo sei in Campania ma non sei in Campania. E’ una sorta di città sospesa tra più mondi. Ed è anche vero visto che si trova al centro delle provincie. In secondo luogo – continua – Mi ha colpito l’accoglienza. Qui, non solo ad Avellino ma in Irpinia c’è un senso di essere raccontati, che mi ha sorpreso. Aspetto che ho incontrato raramente, mi ha entusiasmato tantissimo». «La terza cosa che mi ha colpito è il fascino del conoscersi in questo senso di comunità territoriale, espresso dal sentimento irpino – sottolinea – Questo orgoglio, appartenenza è come scrollarsi di dosso l’etichetta di isolati dietro il Partenio. E’ un aspetto profondo che va, assolutamente, raccontato».
«Il messaggio che mi sento di lanciare, chiaramente sono l’ultimo nel farlo, forse è più un consiglio – conclude – E’ rivolto all’imprenditoria. Siamo nell’epoca del digitale, ecco chi ha un piano o una strategia deve metterla in campo. Tralasciando limiti del territorio. Oggi l’unico limite possibile è dove non può arrivate internet. E’ arrivato il momento di “sfruttare” una città strategica come Avellino. E’ un momento buono per investire in Irpina. Napoli è un traino, ora serve ottimismo e il desiderio di creare qualcosa di concreto. Ognuno di noi che ha un piano, ripeto può metterlo in campo. Che sia Avellino, Ariano Irpino, Grottaminarda o Greci. L’importante è saperlo comunicare idee personali».