Tempo di lettura: 4 minuti

Benevento – Ha vestito la maglia del Benevento tra il 2009 e il 2013 mettendo insieme 78 presenze e un gol. Ivan Pedrelli ha accarezzato più volte il sogno della promozione in serie B nel Sannio, ma è a Cittadella che quella categoria l’ha ritrovata dopo le due esperienze di inizio carriera con Bologna e Verona. Dalle parti del Tombolato ha avuto modo di conoscere bene il nuovo acquisto dei giallorossi, Amedeo Benedetti, in una rosa che comprendeva anche la presenza del portiere Alberto Paleari. “Sono due giocatori che con la serie C non c’entrano niente”, dice ai microfoni di Anteprima24.it. 

Benedetti è l’innesto giusto per un Benevento che deve rilanciarsi dopo la retrocessione?
“E’ un giocatore importantissimo, che in un campionato come quello di terza serie farà certamente la differenza. E’ esplosivo, duttile, combattivo. E’ uno di quei giocatori che strappano sempre l’applauso dei tifosi perché in campo dà tutto, esce sempre stremato da ogni partita. E poi è un ragazzo d’oro, dote che per l’armonia di spogliatoio è fondamentale”.

Hai avuto modo di sentirlo e raccogliere le sue prime impressioni?
“Gli ho fatto un grande in bocca al lupo, ci sentiamo spesso perché giochiamo al Fantacalcio insieme. Il gruppo whatsapp degli ex compagni a Cittadella è ancora molto vivo, fu una gran bella esperienza”. 

Nell’annata vissuta in cadetteria con i veneti incrociasti il Benevento, appena promosso dalla C e in procinto di fare il grande salto in A. Sembra trascorsa un’eternità.
“Fu una stagione incredibile per i giallorossi, che pur non essendo la squadra più forte seppero fare gruppo e arrivare a un obiettivo storico. E’ proprio quello che a mio avviso è mancato nella passata stagione, quando è arrivata una retrocessione dura da digerire”. 

Sei rimasto sorpreso da questo tracollo?
“Devo dire la verità, già nella prima parte di stagione avevo visto diverse partite del Benevento percependo tanti segnali negativi. In campo mancavano le motivazioni, la squadra non aveva intensità. Può capitare che i giocatori non siano sulla stessa lunghezza d’onda, ma quando manca la motivazione è veramente difficile raggiungere l’obiettivo. Con i nomi non si va da nessuna parte, servono gli stimoli, ed evidentemente qualcuno non li aveva”. 

Si diceva più o meno la stessa cosa del Benevento in cui hai militato. 
“E’ vero, avevamo un potenziale stellare e non lo facemmo fruttare. Quando smetti di giocare capisci molte cose e ti rendi conto degli errori commessi. Tutti ebbero responsabilità in quelle annate, ma le maggiori furono le nostre, di noi calciatori. E io faccio mea culpa per gli errori che ho commesso in quel periodo. Per un motivo o per un altro non si creò un gruppo talmente solido da arrivare alla B, cosa che invece è successa negli anni seguenti. Mi ha fatto molto piacere per il presidente e per i tifosi, che lo meritavano”.

Ora però bisogna ripartire dalla C. Giusta la scelta di Andreoletti?
“La sposo in pieno. Non lo conosco di persona ma ho letto le sue interviste, assorbito le sue dichiarazioni. E’ una persona convinta, sicura, che non ha paura di compiere anche scelte drastiche. La carta d’identità può ingannare, è reduce da un campionato sorprendente con la Pro Sesto e sono certo che a Benevento farà benissimo”. 

Ha lasciato intendere che il portiere titolare sarà Paleari: 
“Lo spero. Alberto, come Benedetti, è in C per puro caso. La stagione scorsa non è da considerare perché tutti hanno fatto male, ma è indiscutibile che sia un estremo difensore da altissima serie B. Sarà inevitabile dover rispondere a delle offerte, lì conterà molto sia la volontà del giocatore che quella del club”. 

E nel futuro di Ivan Pedrelli invece cosa c’è?
“Lo scorso anno ho ufficialmente appeso le scarpette al chiodo, l’ambizione è quella di allenare ma ho i piedi ben piantati per terra. Vorrei misurare le mie competenze passo dopo passo. Lo scorso anno al Sasso Marconi ho guidato la juniores svolgendo il ruolo di vice allenatore in Eccellenza. Il percorso è lungo e il calcio è sempre imprevedibile. Vedremo cosa accadrà da qui in avanti”.