“La pista non si tocca!” è lo slogan del mondo dell’atletica leggera napoletana. La pista è quella dello Stadio Maradona, sacrificata – secondo indiscrezioni – sull’altare del restyling dell’impianto. Contro il presunto progetto del Comune e del Napoli calcio, arriva la campagna ideata da Aldo Patruno, consigliere del comitato campano Fidal. Il dirigente è delegato a rappresentare la Federatletica presso l’impianto di Fuorigrotta. E ieri lo slogan campeggiava sugli spalti del Maradona, in bella evidenza su magliette e bandiere degli spettatori. Allo stadio è andata in scena la 7° edizione dell’Enterprise Young Meeting, competizione nazionale per le categorie allievi e juniores. In gara 1.100 atleti di 15 regioni italiane, con 112 team iscritti. In serata, sull’evento è piombata un’amara sorpresa: si è accesa solo metà delle luci disponibili. Gare a lume di candela: non una bella figura, considerato il livello della manifestazione.
“Non siamo riusciti a capire perché, pur chiamando dirigenti e addetti – spiega Patruno-. Ovviamente le luci ridotte hanno costretto atleti e giudici ad un lavoro di attenzione decuplicata”.
A Napoli purtroppo va così: l’atletica, regina degli sport, si sente un po’ figlia di un Dio minore. E la vicenda pista, oltre alla cronica carenza di impianti, è la spina più dolorosa. Al meeting è intervenuto il presidente della commissione comunale Sport, Gennaro Esposito. Da lui solidarietà all’iniziativa di protesta. “La pista non si tocca, si rispetta – recita la scritta – perché è di tutti!!!”. E anche – come sottolinea Patruno – perché è costata 3,4 milioni di euro, appena 4 anni fa, quando l’hanno rifatta per le Universiadi”.
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