“Parlare di caos e scarsa organizzazione, non solo è ingeneroso, ma a tratti sembra anche pretestuoso”.
E’ la premessa del dottor Giancarlo Pirrello, responsabile dell’organizzazione logistica del Concorso unico regionale indetto dall’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza per la selezione di 24 OSS a fronte di quasi 7000 partecipanti, tenuto presso il Palazzetto dello Sport di Avellino.
Alla conclusione della tre giorni della prova scritta presso la struttura avellinese, il responsabile ci porta all’interno dei luoghi per far vedere l’altro rovescio della medaglia, rispetto a quanto lamentato da un numero nutrito di partecipanti, (LEGGI QUI) in particolare durante il primo giorno del concorso.
Ed in effetti come in ogni situazione della vita di tutti i giorni, il rovescio della medaglia racconta tutta un’altra verità e, al netto delle file comunque composte registrate anche nella giornata odierna, all’interno della struttura tutto procedere per il verso giusto.
C’è la sala di accoglienza, gli steward, c’è il servizio di hostess, così come quello delle pulizie con la signora Luciana di “Il Giullare”, ci sono i distruibutori con bibite e snack. C’è anche una sala dedicata all’allattamento dei neonati che alcune neo mamme partecipanti al concorso ( fatte accomodare il prima fila) possono utilizzare prima o dopo la prova per dare la pappa ai propri piccoli.
Naturalmente c’è anche una sala medica, con regolare lettino, misuratore della pressione e tutto il kiti di prima emergenza necessario in caso di malori improvvisi. All’esterno un’ambulanza della Misericordia in postazione fissa.
Quindi i candidati che vengono fatti accomodare sugli splati del Palazzetto con una poltrona vuota tra un candidato e l’altro, mentre giù sul parquet di gioco la sistemazione della Commissione esamitatrice.
“Per questo – continua Pirrello – stiamo rimasti basiti a leggere delle dichiarazioni di alcuni candidati. E’ falso dire che non ci siano condizioni di regolare svolgimento della prova, almeno all’interno dove noi siamo responsabili. Di quel che succede fuori non dovete chiedere a noi, ma ad ogni modo è falso anche parlare di file chilomentriche, ma solo di una fisiologica attesa al netto di un numero massiccio di partecipanti alla prove, 600 per ogni turno”.
Anche rispetto alle lamentele dei ragazzi di non aver avuto nemmeno una bottiglietta d’acqua durante l’attesa esterna, appare lunare, posto che in effetti gli organizzatori del concorso non sono tenuti a rifornire di acqua i partecipanti. C’erano degli stand per la vendita delle bibite anche all’esterno, oltre ai distributori interni.
Una volta entrati nel Palazzetto, dall’inizio effettivo della prova ci sono 40 minuti di tempo per rispondere alle domande, quindi i partecipanti vengono fatti defluire per consentire il cambio con il turno successivo. “Qualcuno ha detto di aver finito alle 17:00 il primo giorno, ma se tutti hanno finito intorno alle 15:00..”, aggiunge il Responsabile dell’organizzazione, chiarendo che anche la scelta della sede ad Avellino è stata obbligata il luogo della mancanza in Basilicata di una struttura capiente per il numero di partecipanti.
“Abbiamo girato la Lucania in lungo e in largo e non vi erano luoghi che potessere ospitare più di 5000 persone. Qua ne avevamo quasi 7000. Avellino è stato individuato come luogo più vicino e non è comunque la prima volta che un concorso si svolge in una città differente”, il chiarimento finale.