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Al Vomero è emergenza baby gang, con un’escalation di aggressioni a ragazzini. Ma le denunce dei genitori fioccano solo sui social: alla Polizia di Stato, nelle ultime settimane, risulta appena un caso.
 
Un dato surreale, risuonato alla quinta municipalità. Nel parlamentino municipale è andata in scena la commissione Legalità, mobilità e sicurezza, presieduta da Nunzia Di Savino. Anche qui erano state invitate alcune mamme, dopo ripetuti Sos nelle chat di genitori.
 
Ma nessuna di loro si è presentata. Come se l’indignazione vivesse soltanto nella dimensione virtuale. I pestaggi ai minorenni, però, si consumano nella vita reale, tra le strade dell’area collinare. E la percezione di sicurezza diminuisce ogni giorno. C’è chi solleva il problema videosorveglianza: in molti casi non sarebbero attivate le telecamere, installate da tempo. Servirebbe accenderle, perché “l’importante è controllare, non reprimere” sottolinea il consigliere Antonello Simeoli.
 
Altri la vedono in modo diverso. “Non c’è bisogno delle telecamere, basterebbe  – sostiene il consigliere Daniele Quatrano essere lì dove ci sono segnalazioni. Ma le pattuglie non ci vanno: accadde nella scorsa consiliatura, per la situazione di via Cimarosa, dove fuori ad un fast food sostavano ragazzini anche armati di coltello. Infatti ci fu un accoltellamento. Ora mi risulta una situazione esplosiva ad Antignano, denunce dei cittadini per schiamazzi: e questo è il minimo”.
 
Inevitabile la richiesta di maggior controllo del territorio. E resta il problema delle mancate denunce, tra le vittime. Un indice pure di sfiducia nelle forze dell’ordine. “Le denuncia è fondamentale, tuttavia – avverte l’ex commissario di pubblica sicurezza Guglielmo Fallucca, vicepresidente dalla Consulta della legalità della municipalità Vomero Arenella – non si può perseguire un 12enne, poiché per legge non sono imputabili al di sotto dei 14 anni. Importante è dunque la prevenzione: dobbiamo stare nelle strade, pur senza arrivare a militarizzare”.
 
L’inimputabilità per gli infraquattordicenni è nodo antico, come lo speculare dibattito per abbassare l’età imputabile. Ma di fronte a gravi reati, un under 14 può essere dichiarato socialmente pericoloso. E in tal caso potrebbe scattare una misura di sicurezza. Inoltre “denunciare, anche al di sotto dell’età imputabile – ricorda Di Savinoserve a segnalare il caso ai servizi sociali”.
 
Insomma, tra sicurezza e prevenzione, il nodo rimane. La Municipalità prova, intanto, a dare risposte. “Come giunta si è deciso di costituire un tavolo tecnico  – annuncia Paolo Pace, consigliere delegato all’Osservatorio sulle politiche di contrasto al disagio minorile – che possa in maniera continua far dialogare tutte le istituzioni deputate non solo al controllo. Scuola, servizi sociali, famiglie, parrocchie, carabinieri, polizia di Stato, polizia municipale. Il fine è recepire in anticipo il disagio dei ragazzi anche del nostro territorio”. Resiste, infatti, “lo stereotipo che certe azioni siano frutto del ‘turismo criminale’, di ragazzi che vengono da altre municipalità. Ma non è così”.
 
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