Sicignano degli Alburni (Sa) – Sono accusati a vario titolo, di corruzione e turbativa d’asta, tre imprenditori, un consigliere comunale residente nel comune di Vietri di Potenza e un intermediario, residenti tra il potentino e il territorio salernitano, attivi nell’affidamento, nella gestione e vendita del materiale di una cava comunale in Basilicata.
A finire sotto la lente d’ingrandimento, nell’ambito delle indagini preliminari sull’affidamento della gara per la gestione di una cava a Vietri di Potenza, in Basilicata, dirette dal Procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, un consigliere comunale di Vietri di Potenza, il padre del politico nel ruolo di intermediario e due imprenditori di Sicignano degli Alburni e il nipote degli imprenditori.
I cinque, gli imprenditori della società “Caputo Srl” di Sicignano degli Alburni, il legale rappresentante, Carmine Caputo di 54 anni, e suo figlio, Ciro Caputo di 24 anni, il nipote dell’imprenditore dell’azienda salernitana, Trimarco Giuseppe di 36 anni, il consigliere comunale di Vietri di Potenza, Viggiano Antonio di 31 anni, e suo padre, nel ruolo che secondo la Procura potentina sarebbe stato di intermediario nella gara anomala, Viggiano Bruno di 62 anni e residente a Vietri di Potenza, nell’ambito di quanto disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari della Procura di Potenza che ha delegato la Polizia di Stato, sono stati raggiunti dai provvedimenti di divieti di dimora nel comune di Vietri di Potenza e obbligo di dimora nel comune di Sicignano degli Alburni.
Al centro dell’inchiesta delle indagini della Polizia, la gestione di una gara “anomala” per un valore di 500mila euro in cui, secondo la Procura di Potenza, sarebbe mancata la segretezza delle informazioni nelle procedure di affidamento di una cava e per la vendita del relativo materiale di risulta da parte del Comune di Vietri di Potenza all’impresa Caputo srl di Sicignano degli Alburni.