Controne (Sa) – Il diniego ad un gruppo di cittadini da parte del Comune di Controne per l’accesso civico agli atti sui lavori e i finanziamenti ottenuti da Palazzo di Città per la riqualificazione dello storico edificio che ospita la scuola elementare è illegittimo e ora il Comune dovrà autorizzare l’accesso agli atti. È quanto disposto dai giudici della terza sezione staccata di Salerno del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, Pierluigi Russo, Pierluigi Buonomo, e Michele Di Martino, nella sentenza circa il ricorso volto all’accertamento dell’illegittimità del diniego di accesso agli atti opposto dal Comune di Controne nei confronti di quattro cittadini, nell’ambito del procedimento di riqualificazione di un edificio storico adibito a scuola finanziato parzialmente dal Ministero dell’Interno.
A promuovere il ricorso, Pietro Fasano, Raffaele Mare, Domenico Tancredi ed Elio Perillo, rappresentati e difesi dall’avvocato Ennio De Vita, contro il Ministero dell’Interno difeso dall’Avvocatura dello Stato e il Comune di Controne difeso dall’avvocato Alberto La Gloria, nei confronti della società “Rescigno Costruzioni Snc di Rescigno Gerardo & F.lli”, quest’ultima non costituitasi in giudizio.
Vicenda scaturita dalla richiesta di accesso agli atti, formulata ai sensi di legge, presentata da un gruppo di cittadini al Comune di Controne, sui lavori e i finanziamenti volti alla riqualificazione dell’edificio storico che ospita la scuola elementare e finanziato dal Ministero dell’Interno i cui i lavori però sarebbero stati trasformati da un miglioramento sismico e messa in sicurezza, così come previsto dal progetto finanziato, ad una integrale demolizione e ricostruzione dell’edificio.
Un fatto sul quale i cittadini volevano vederci chiaro tanto chiedere per ben due volte, la visione e quindi l’accesso agli atti relativi al progetto candidato, il progetto esecutivo e il finanziamento, ma da Palazzo di Città sono seguiti ripetuti rifiuti. Di qui, il ricorso al Tar dei cittadini che hanno chiesto la dichiarazione di illegittimità del diniego di accesso agli atti, che è stato così, accolto dai giudici.