Sale la febbre per la prima serata di Vasco Rossi all’Arechi di Salerno, dopo il Blasco mancava da 15 anni e dove si esibirà questa sera e domani, giovedì 29 giugno, per il gran finale di un tour che, complessivamente, ha riunito quasi 500mila persone di tutte le età.
Perchè è proprio questa la magia che porta con se Vasco, di coniugare idealmente generazioni con canzoni che hanno fatto la storia e che ancora oggi sono più che mai attuali, tanto da ergerlo come la più grande rocker d’Italia.
Perché dentro ogni strofa dell’infinita poetica pop di Vasco c’è un pezzo di vita riconoscibile, condivisa e condivisibile, da tutti. Ed in fondo anche i denigratori, e non sono pochi, del Blasco nazionale, dovrebbero mentire nell’affermare di non conoscere almeno un ritornello di canzoni come Albachiara, piuttosto che Sally o Vivere.
Per contro tante Anime fragili da quarant’anni seguono ed acclamano il loro idolo perchè Vasco non giudica e non insegna, si fa cantare e amare con la famigliarità di un fratello maggiore, di un padre comprensivo che non ha nessuna voglia di uscire di scena. E certo di toglie anche i suoi sassolini dalla scarpa, come ha fatto qualche settimana fa sul palco dello stadio Dall’Ara di Bologna, sferrando un attacco frontale contro l’intera classe politica.
Durante l’esibizione sulle note del brano ‘T’Immagini’, il Blasco è partito da Giorgia Meloni mentre il pubblico rispettava il canone: “E Giorgia Meloni? Favole, favole, favole!” per poi passare a Matteo Salvini senza dimenticare il Movimento 5 Stelle, finendo per coinvolgere anche il pubblico.
E’ questo il grande segreto di un’artista che continua a tenere concerti rigorosamente sold out facendo smuovere i suoi fans anche in distanza kilometriche e viaggi lunghi anche una intera giornata.Certo le due date campane agevolano gran parte della tribù del Sud del Blasco, e sono tantissimi anche i gruppi di irpini che si sono organizzati per non perdersi il concerto poco distante da casa.
Quegli irpini che esattamente 12 anni fa di questi tempi avevano già in tasca il biglietto per una data storica, il primo concerto di Vasco Rossi ad Avellino, programmato per l’11 settembre 2011 allo Stato Partenio Lombardi, grazie al grande lavoro spinto dell’allora assessore alla cultura Gennaro Romei.
Un 11 settembre che, a 10 anni di distanza dal maledetto anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle, in un certo senso fu “maledetto” anche per quanti videro svanire il sogno di partecipare ad un concerto di Vasco nella propria terra:
“Le condizioni attuali non consentono che il paziente svolga alcuna attivita’ fisica per ulteriori due mesi da oggi ( 22 agosto 2011 ndr). Si ritiene questo necessario al fine di non compromettere l’esito delle terapie mediche”. – recitava la nota ufficiale diramata dalla direzione sanitaria della clinica Villalba di Bologna e l’annesso annullamento delle ultime quattro date del tour “Live Kom 011”, con il gran finale proprio l’11 settembre ad Avellino.
Lo stesso Vasco si scusò con i fan su Facebook: “Questo stop forzato non ci voleva. Purtroppo svela che sono umano, non sono un supereroe indistruttibile e non cammino nemmeno sulle acque! Mi dispiace se qualcuno ne rimarrà deluso. Guardate oltre l’orizzonte e saremo di nuovo insieme… Vi voglio bene, vi abbraccio e non vi deluderò… mai!”.
Tanto non bastò per lasciare senza parole la carica dei 30mila che dovettero arrendersi a trovare un senso a quel destino crudele e una data mai più recuperata nel capoluogo irpino, al netto della magra consolazione del rimborso del biglietto e di una serata organizzata dai fans la sera dell’11 settembre dinanzi al Partenio per trascorrere almeno insieme quella serata che sarebbe dovuta essere memorabile
“Mai che cosa penso, che se non ha un senso, domani arriverà. Domani arriverà lo stesso. Domani è un altro giorno, ormai è qua”.
Ed allora buon concerto Salerno, soprattutto alla carovana di irpini che già da ore sono assiepeati nel prato dell’Arechi.
In fondo Vasco insegna che bisogna “Vivere. E sorridere dei guai”. Sempre e comunque.