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Sobrio e coinvolgente, Marco Bellocchio ha fatto il pieno di consensi in una Piazza Roma gremita e pronta a farsi trascinare nel grande mondo del cinema con uno dei registi più quotati sul palcoscenico italiano e non solo.

Presente a Benevento per presentare la sua ultima fatica, ‘Rapito’, film tratto da una storia vera. Un racconto crudo e struggente ambientato nell’800 e diviso tra Roma e Bologna con protagonista la famiglia Mortara. Edgardo, sestogenito di una famiglia ebrea che vive in una città pertinente allo Stato Pontificio, viene creduto malato e in fin di vita. Per questo la domestica, in gran segreto, gli somministra il battesimo per evitargli il limbo dopo la morte. Il suo essere cattolico è alla base di questa storia che porta il bimbo all’essere strappato alla famiglia con forza e affidato alla Casa dei Catecumeni, collegio destinato ai figli degli ebrei convertiti.

Un fatto vero, come detto. Ma Bellocchio è regista che spesso ha avuto a che fare con la realtà, basti pensare, senza andare troppo indietro con gli anni, alla storia di Aldo Moro, affrontata in due film a distanza di 20 anni, e alla figura di Buscetta.

Mi piace il racconto della realtà – ha dichiarato il maestro – e anche quando non la conosco profondamente, provo a costruire un’immagine rimanendo, però, coerente alla storia. Ed è proprio dal conoscere le storie che nascono, poi, le intuizioni per produrre film del genere. Il teatro? Ho fatto qualcosina come lo zio Vania, ma è stato il cinema a coinvolgermi tantissimo, un mondo nel quale stai addosso al personaggio. Il teatro va vissuto intensamente e interamente, non ammette distrazioni“.

E ‘Rapito’ è un film aderente alla realtà, pellicola che ha ottenuto 15′ di applausi e sette Nastri d’Argento, che è stato apprezzato dal pubblico presente nel corso della proiezione serale. Un colpo nel vero senso della parola per il Bct che ha messo una tacca importante nella sua storia.