L’Aula delle Conferenze dei Capigruppo della Sede del Consiglio Regionale della Campania è stata intitolata al prof. Roberto Racinaro, filosofo e docente della Facoltà di Filosofia e poi Rettore dell’Università degli Studi di Salerno, Consigliere Regionale della Campania dal 2005 al 2010, del Gruppo Regionale “Democrazia è Libertà-La Margherita”, nella VIII Legislatura, la seconda presieduta da Antonio Bassolino.
Stamani si è tenuta la cerimonia di intitolazione con il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Gennaro Oliviero, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, i familiari di Roberto Racinaro, scomparso il 14 giugno 2018, tra cui la moglie Annamaria che ha espresso parole di ringraziamento per l’Istituzione regionale per un’intitolazione che ogni giorno ne rinnoverà il ricordo ed il valore.
“Roberto Racinaro è stato un insigne filosofo e scrittore ed un collega consigliere regionale impegnato con qualità e valore nelle attività del Consiglio Regionale della Campania, lo ricordo negli anni che abbiamo condiviso in Consiglio regionale per il suo essere un fine intellettuale e un appassionato politico. Ha vissuto una difficile vicenda giudiziaria dalla quale è uscito con una piena assoluzione, una vicenda che evidenzia, oggi più che mai, la necessità di dare corso a riforme del sistema giudiziario” – ha sottolineato Oliviero – che si è soffermato anche sulla abolizione del reato di abuso di ufficio, ricordando che “tale percorso è stato già avviato anni addietro e che occorre garantire il lavoro dei pubblici amministratori nella piena trasparenza e legittimità dell’azione amministrativa”.
“Roberto Racinaro è stato un grande intellettuale e filosofo, un politico fine ed appassionato che, nei suoi anni da consigliere regionale, ha dato il massimo al proprio territorio e all’istituzione regionale – ha evidenziato De Luca -, che ha aggiunto, tra l’altro: “la sua vita ed il suo percorso sono stati brutalmente interrotti da una vicenda giudiziaria ingiusta che lo travolto con violenza e che è stata indegna di un paese civile. Anche alla luce di questa vicenda, l’abolizione del reato di ufficio è una scelta importante”.
“E’ una giornata significativa oggi in Regione Campania perché abbiamo voluto intitolare l’aula di riunione dei capigruppo a Roberto Racinaro che è stata una figura di grande intellettuale della nostra Regione, rettore dell’Università di Salerno ed è una delle vittime di un sistema giudiziario malato, degenerato, a cui ha sacrificato la sua vita”. Lo ha affermato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che oggi nella sede del Consiglio Regionale campano a Napoli ha scoperto insieme alla famiglia di Racinaro la targa che ricorda l’ex consigliere e gli intitola la sala.
“Roberto lo ricordiamo – ha detto De Luca – non solo per le sue qualità di intellettuale e di studioso soprattutto di Hegel, di Schmidt e di Weber, ma anche come grande Rettore che ha organizzato al meglio il campus dell’Università di Salerno.
Purtroppo lo ricordiamo anche per una vicenda giudiziaria drammatica che lo ha coinvolto e rispetto alla quale, come sempre, dopo 6 anni di calvario, dopo 2 ictus che lo hanno ridotto su una sedia a rotelle, lo ha visto prosciolto da ogni accusa. Tra le accuse che gli venivano rivolte c’erano abuso d’ufficio, falso ideologico: queste accuse fumose, in nome delle quali si sono distrutte persone. Roberto ha subito un atto di barbarie vero e proprio, è stato arrestato la notte di una domenica, lo ricordo ancora, ero sindaco di Salerno in quel periodo. Con due bambini presenti in casa che hanno assistito alla scena, venne portato in galera per un mese come un qualunque delinquente. Fu una barbarie assolutamente gratuita e indegna di un paese civile. Abbiamo voluto ricordare Roberto anche per quello che ha patito, ma soprattutto per assumere un impegno morale a combattere perché non si ripetano queste tragedie”.
RIFORMA GIUSTIZIA – “Oggi siamo impegnati in una battaglia per la riforma della giustizia. Ho detto e ribadisco che non hanno titolo a parlare in primo luogo dirigenti del Partito Democratico, non ha diritto a parlare chi non ha fatto nulla, per anni, di sostanziale”. Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca commentando la riforma dell’abuso d’ufficio. “Non ha diritto a parlare – ha aggiunto De Luca – chi ha assistito al calvario di 5mila persone che in Italia hanno subito procedimenti per abuso in atto d’ufficio e poi risultati innocenti. Non ha diritto a parlare chi non ha capito che l’abuso in atto d’ufficio va eliminato”.
“Io – ha aggiunto De Luca – sostengo con forza l’eliminazione che è il presupposto per ragionare in maniera serena. Va cancellato il vizio d’origine dell’abuso in atto d’ufficio, cioè il trasferimento delle materie amministrative sul piano penale, cosa indegna ma accettata, subita e tollerata, per anni”.
“Ricordare Roberto significa combattere a viso aperto per la civiltà del diritto, per affermare il principio che la libertà è un valore sacro che può essere intaccato soltanto per motivi gravissimi. Non come accade ancora oggi per questioni francamente ridicole”. Lo ha affermato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca commentando la riforma dell’abuso d’ufficio, a margine dell’intitolazione di una sala del Consiglio Regionale in ricordo di Roberto Racinaro, ex rettore dell’Università di Salerno ed ex consigliere regionale, che uscì assolto dopo un lungo calvario giudiziario.
Per De Luca la riforma in corso dell’abuso di atto d’ufficio serve ad “avviare una battaglia di civiltà – ha detto – in questo paese, contro il rapporto malato che si è costituito fra sistema dell’informazione e alcune procure, contro lo squilibrio interno alla magistrature. Vi è un sistema in cui non vengono premiati quei magistrati, che sono la stragrande maggioranza, che coltivano il diritto e hanno un senso della sacralità della propria missione, ma quelli che perdono tempo a fare gossip e pubblicità per promuovere la propria carriera. Dobbiamo fare questa battaglia perché l’Italia entri in un contesto di civiltà del diritto che per larga parte si è perduto. La giustizia è al servizio dei cittadini, non viceversa: questo è il principio che dobbiamo affermare”.
AUTONOMIA DIFFERENZIATA – “Stiamo combattendo da anni su due fronti, a partire dall’essere contro l’autonomia differenziata che a me appare una sorta di ‘controrisorgimento’, la rottura dell’unità nazionale, peraltro inutile, perché se si pensa di risolvere così i problemi di burocratizzazione dell’Italia ci si sbaglia”. Lo ha affermato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Se anche la Banca d’Italia – ha aggiunto commentando i problemi dell’autonomia sollevati ieri dall’istituto nazionale di credito – riconosce che andremo a sbattere contro un muro di cemento armato non può che farmi piacere. Nel frattempo continuo a rilevare che abbiamo più di 20 miliardi di euro bloccati dal ministro Fitto perché sono risorse destinate al sud e quindi allegramente stanno condannando a morte il sud”.
De Luca ha anche sottolineato che “combatto con altrettanta forza – ha detto – contro i rigurgiti di centralismo: il Pnrr è un esempio classico dell’ottusità burocratica del nostro paese, di chi pensa di governare dai ministeri romani i bandi per realizzare nei territori le opere. Chi ha questo in testa è un perfetto idiota, come dimostra il Pnrr. In questi anni hanno pensato di governare dai ministeri romani una scuola in Irpinia o nel Sannio. Qui facciamo fatica come Regione ad avere il quadro dei territori, figuriamoci da Roma. In questo momento vi sono per il Pnrr 5700 stazioni appaltanti, anche il mio condominio ha avuto finanziato un progetto per il Pnrr. No invece, è una battuta, perché sto aspettando che facciano i lavori da qualche anno. Perché siamo ridotti a questo, quel piano che doveva rappresentare la svolta per il futuro dell’Italia è diventato un pollaio, una distribuzione di risorse a pioggia assolutamente inutile”.