L’afa avanza, ma usufruire delle spiagge libere è una lotteria per pochi fortunati. Sul mare negato, a Napoli è scoppiata l’ormai rituale guerra estiva. In giro si assiste ad “un arrembaggio” dice la consigliera comunale Iris Savastano. L’esponente di Forza Italia, al question time, ha interrogato la giunta sul caos spiagge. Nel mirino uno dei fronti caldi: la gestione della spiaggia della Gaiola a Posillipo, affidata all’omonima onlus Centro Studi Interdisciplinari. A Cala San Basilio si ripete il copione visto altrove: l’arenile è libero, ma a numero chiuso. E si accede su prenotazione al gestore: sui 459 mq possono entrare 200 persone la mattina, altrettante il pomeriggio.
Lo scorso 30 maggio è stata rinnovata la convenzione tra gli enti pubblici e il Csi. “Non c’è stato un processo democratico – protesta Savastano -: sono state inviate numerose pec di associazioni che manifestavano la volontà di partecipare al bando pubblico. Avevano sopportato che la convenzione fosse rinnovata in automatico nel periodo Covid, perché era inevitabile. Ma dopo due anni, come si prevedeva da convenzione, si aspettava un bando pubblico. Senza rispetto per loro si è proceduto al rinnovo automatico”.
Sulla Gaiola, però, l’amministrazione comunale si chiama fuori. “Non è il Comune che avrebbe potuto fare il bando perché – spiega in aula l’assessore Edoardo Cosenza – è solo il terzo firmatario. La Gaiola è una parco sommerso sia dal punto di vista ambientale che archeologico. La collaborazione vede in primo luogo il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica attraverso il soggetto gestore, in secondo l’Autorità di sistema portuale”.
E non va meglio, allargando lo sguardo all’intero scenario delle spiagge libere. “Una parte – afferma l’assessore alla Protezione civile – è raggiungibile in maniera molto semplice, come la Rotonda Diaz. Il Comune le lascia completamente libere, senza alcuna limitazione di accesso”. Altre, “quelle sottostanti il costone di Posillipo, hanno un accesso molto difficoltoso, tra l’altro non del Comune, ma accessi privati o in gestione a concessionari, e hanno quindi una via di fuga molto complicata”. E qui casca l’asino. “Per motivi unicamente di sicurezza, certamente non per limitarne l’uso – dice Cosenza -, c’è da tempo una limitazione agli ingressi che quest’anno sono stati leggermente aumentati sulla base dell’esperienza passata. Sono 450, contro i 400 precedenti, sulla Spiaggia delle Monache, e 50 lato Palazzo Donn’Anna”.
In pratica, le spiagge libere di Posillipo sono tali per modo di dire. E la domanda travolge l’offerta, lasciando troppi cittadini accaldati e delusi. L’accesso, per chi ci riesce, avviene tramite prenotazione sul portale www.spiaggelibere.it . Off limits, invece, il litorale delle ex aree industriali. “C’è una serie di superfici destinate unicamente all’elioterapia perché non c’è la balneazione – riferisce Cosenza -. Questo coinvolge sostanzialmente l’area di Bagnoli. Stiamo facendo una complicata pulizia, ma entro fine giugno riapriremo l’arenile da 7500 mq al pubblico dopo molto tempo”. Poi c’è “l’enorme area non balneabile e neanche usabile per l’elioterapia, dove si ritiene inquinata anche la sabbia e non solo il mare, di cui una buona parte è a Bagnoli e in gran parte di competenza della struttura commissariale, in parte a San Giovanni a Teduccio”. In compenso “si sta studiando se è possibile, da vari punti di vista, usare le scogliere nella zona del Lungomare, la cui acqua è classificata di livello eccellente o buona”. Molti, infatti, già la usano da sempre.