Una boccata d’ossigeno per i pensionati al minimo ai quali, dopo sette mesi, arriverà l’aumento stabilito dalla Legge di Bilancio. Un progressivo aumento che potrebbe dare respiro a chi è costretto a convivere con una cifra che non può garantire una soglia soddisfacente di vita.
Il Governo Meloni ha programmato un incremento percentuale delle pensioni minime del 6.4% nel 2023 per gli ultra 75enne e dell’1.5% per tutti gli altri e questo va aggiunto anche il recupero dell’inflazione.
Il calcolo è presto fatto: in questo per chi supera la soglia di età, si passa dai 563 euro al mese a 599 e per gli altri a 572 euro. Incremento che doveva essere applicato a partire da gennaio, ecco perchè a luglio i pensionati si troveranno anche i sei mesi arretrati, relativi al periodo che va da inizio anno a giugno. Un discorso che, però, non si ferma a questo anno. nel 2024 si pensa a un ulteriore passo in avanti con l’obiettivo di portare le pensioni minime a 1000 euro entro il 2027. Un pallino di Silvio Berlusconi che ne ha fatto punto forte di tutte le campagne elettorali.
Ovvio che servano tanti soldi ed è per questo, non potendo ottenere questo forte incremento immediatamente, che si è deciso di agire raggiungendo obiettivi graduali.
In attesa di questo cambiamento, restano gli aumenti di luglio, tenendo presente, però, che sono escluse dalla base di calcolo le prestazioni fiscalmente, non imponibili, le prestazioni
assistenziali, le prestazioni a carattere facoltativo e quelle di accompagnamento. L’incremento spetta per ciascuna delle mensilità, compresa la tredicesima.
In questo programma, infine, esiste una clausola di salvaguardia che permette di poter usufruire dell’incremento anche se la pensione complessiva è superiore al minimo Inps ma inferiore al limite di aumento prestabilito.