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Cara Giulia, è difficile per me stare qui oggi e trovare le parole giuste. Mi sento incredibilmente vuota. Solo il dolore della tua perdita mi fa sentire che il mio cuore batte ancora. E che agonia. Sapere di essere rimasti qui senza te e Thiago, ergastolani del tempo e del dolore”. Inizia così una lunga lettera pubblicata sui social da Chiara Tramontano e rivolta direttamente alla sorella Giulia, 29 anni incinta di sette mesi e uccisa con almeno 37 coltellate il 27 maggio a Senago, nel Milanese, da Alessandro Impagnatiello, fidanzato barman.
Nel lungo messaggio la sorella rivolge parole dolci sia a lei che a Thiago e ricorda: “Ti prendevo in giro e dicevo: ‘Giulia, tu hai sempre un problema. Ma io ho sempre la soluzione’. Eccetto questa volta, perché eravamo troppo umani per avere la forza di sconfiggere il male”. E ancora: “Mamma e papà ti hanno sempre guardato da lontano, non senza timore, non senza preoccupazione, ma con il desiderio fermo di non essere invadenti e lasciarti vivere. Quel desiderio che ora ci fa chiedere: e se avessimo fatto di più? E se avessimo scelto noi per lei?”. Poi, la risposta: “E no, Giulia. Io lo so che non potevamo fare di più, perché non avresti lasciato che nessuno ti tarpasse le ali, accorciasse le tue piume dorate, troncasse il vostro volo. E così tu sei diventata il martire in questa storia atroce”.
Il tuo nome – scrive ancora – risuonerà nel tempo e tra le mura del mondo e ricorderà all’uomo di saper lasciare andare, rispettare, proteggere, custodire, accudire, o semplicemente amare“. Giulia e Thiago che, spiega Chiara, hanno dato il “coraggio” a tante donne di “cambiare” vita “grazie a voi e al vostro sacrificio”.