Da 209 anni l’Arma dei Carabinieri rappresenta un punto di riferimento insostituibile per il popolo italiano. L’appuntamento di Corso Vittorio Emanuele è stata anche l’occasione per salutare il Colonnello, Luigi Bramati. Quest’ultimo va via dopo quasi tre anni trascorsi in Irpinia. Ha vissuto e gestito la difficile fase della pandemia in provincia di Avellino. Il suo è stato un lavoro notevole, apprezzato dalle altre forze di polizia, dalle istituzioni e dalla cittadinanza. Al timone del Comando Provincia di Avellino giungerà nelle prossime settimane il Colonnello, Domenico Albanese.
Nel pomeriggio tante la autorità presenti lungo Corso Vittorio Emanuele. Il Prefetto di Avellino Paola Spena; il Procuratore di Avellino e Benevento Domenico Airoma e Aldo Policastro. Autorità militari e civili che hanno reso omaggio all’Arma nel giorno del 209esimo anno di fondazione. Bramati, durante il suo discorso ha “premiato” il piccolo Davide – un boy-scout – che nelle scorse settimane ha ritrovato uno smartphone a terra. Non ha esitato, senza girarsi dall’altra parte, affondandolo ai Carabinieri per restituirlo al legittimo proprietario. L’occasione del 209 anno di fondazione ha visto le consegne anche delle benemerenze per i Carabinieri che si sono distinti nelle diverse operazione nel territorio provinciale e nazionale.
“Il premio migliore che possiamo avere noi Carabinieri – dice Bramati – Facciamo della presenza sul territorio, la nostra ragion d’essere. Quando questo nostra presenza, sacrificio e la nostra attività vengono ripagate dalla fiducia delle persone, vuol dire che stiamo navigando nella direzione giusta a prescindere dai dati o dal riscontro oggettivo delle nostre azioni. E’ questo il dato più importante”. “I giovani sono il nostro futuro, chiaro che è una banalità ma tanto ovvia quanto vera – continua – Qui nella provincia di Avellino, i giovani sono quelli che hanno risposto sempre presente anche nelle situazioni più difficili, collaborando al massimo con la giustizia. Ci hanno permesso di ottenere risultati importanti, affidando appunto i responsabili dei reati. Noi combattiamo una battaglia costantemente ma la guerra la vinceranno, inevitabilmente, i nostri giovani”. “La criminalità e la sicurezza sono dei numeri complessi da analizzare – conclude – Posso solo dire che, la risposta della gente è importante. Mi piace che in questi tre anni abbiamo lavorato bene in questa direzione“.