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Omicidio stradale colposo e lesioni plurime: queste le ipotesi di reato sulle quali indaga la Procura di Benevento che ha iscritto nel registro degli indagati l’autista del bus con 36 passeggeri a bordo finito ieri mattina poco dopo le 3.30 in una scarpata dell’A16 Napoli-Canosa, tra i caselli irpini di Vallata e Lacedonia, dopo aver evitato l’impatto con cinque auto bloccate sulla carreggiata in seguito ad un tamponamento.

Nell’incidente ha perso la vita un giovane ivoriano, senza documenti di identità, alla guida di una delle quattro auto su sui viaggiavano altri giovani nordafricani diretti ai mercati della provincia di Napoli. Le loro quattro auto sono risultate prive di copertura assicurativa.

L’iscrizione nel registro degli indagati dell’autista del bus, S.G le sue iniziali, 63 anni originario di Roma, è un atto dovuto per consentire agli inquirenti gli accertamenti irripetibili sulla tratta autostradale in cui è avvenuto l’incidente (in discesa e con molte curve, il limite di velocità è di 80kmh, ndr) e su tutte le auto coinvolte.

Nella giornata di ieri, l’autista, difeso dall’avvocato Guerino Gazzella, era stato sottoposto all’alcol test e al drug test risultando negativo. Acquisita anche la “scatola nera” del bus per verificare velocità, tempi di sosta e tempi di percorrenza del bus partito la sera prima alle 23 da Lecce e diretto a Roma dove sarebbe dovuto arrivare alle sette.

Dall’ultima ricostruzione della Polstrada, una delle cinque auto coinvolte nel tamponamento era occupata da una coppia di giovani napoletani di San Giovanni a Teduccio: entrambi non hanno riportato conseguenze di sorta.