Tullio Ferrante, deputato di Forza Italia e sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, napoletano, è uno degli uomini di punta del partito di Silvio Berlusconi a livello nazionale.
On. Ferrante, la Campania resta una delle Regioni dove Forza Italia ottiene i migliori risultati: quale, secondo lei, la motivazione?
“La Campania ha sempre rappresentato un importante bacino elettorale per Forza Italia. Anche alle ultime elezioni politiche, qui il partito ha riscosso percentuali di oltre due punti al di sopra della media nazionale. Alle recentissime elezioni amministrative Forza Italia si e’confermato primo partito della coalizione di centrodestra riportando vittorie nette e nuovi sindaci azzurri a Scafati, Ottaviano, Pomigliano d’arco. Ciò si deve sicuramente al fatto che Silvio Berlusconi ha sempre manifestato interesse per questa terra: pensiamo soltanto alla risoluzione a tempi record della crisi rifiuti nel 2008, a poche settimane dall’insediamento dell’ultimo governo Berlusconi, generata dal malgoverno locale delle sinistre. Ma in generale buona parte dei campani si identifica nel carisma, nell’intraprendenza, nella solarità di Silvio Berlusconi. Non è un caso che il presidente si definisca un napoletano nato a Milano. A ciò si associa naturalmente una capace e valida classe dirigente che ha fatto sì che potesse associarsi al voto d’opinione anche un voto strutturato”.
L’azione del governo di centrodestra stando ai sondaggi convince gli italiani, ma al Sud c’è preoccupazione per l’Autonomia: si sente di tranquillizzare i cittadini meridionali?
“Da campano conosco i miei concittadini. E so bene che di fronte alle sfide, anche le più impervie, non si tirano indietro. Il divario territoriale tra Nord e Sud c’è già oggi ed è la conseguenza di un sistema centralistico che evidentemente ha mostrato tutti i propri limiti. Cambiare si può. Come? Responsabilizzando le classi dirigenti regionali, dando loro la possibilità di chiedere maggiori competenze. Ma onori ed oneri. Con il risultato che, in caso di mala gestione, siano chiare le responsabilità. Dunque l’autonomia differenziata non ci spaventa, a patto tuttavia di definire e quantificare prioritariamente i livelli essenziali delle prestazioni. Il Governo lavora su questo. Forza Italia sarà sentinella attenta degli interessi della Campania e del Sud”.
Napoli sta vivendo una stagione di grande rinascita, soprattutto dal punto di vista turistico: quali progetti ci sono per valorizzare ancora di più la città e il suo patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico?
“Indubbiamente Napoli sta vivendo un enorme boom sotto vari profili. Lo dimostrano le sempre più numerose serie Tv di successo che scelgono Napoli come location, i flussi turistici sempre più consistenti, l’assalto alle nostre mete museali e turistiche. Napoli sta cambiando, sta crescendo, ma la novità è che lo sta facendo preservando le sue bellezze, le sue tradizioni, i suoi valori. Cosa fare per renderla più attrattiva? Sicuramente migliorare l’offerta trasportistica. Abbiamo collegamenti (su tutti la Circumvesuviana) inefficienti, lenti, pericolosi. Dobbiamo lavorare sull’intermodalità, sul rendere facilmente accessibili e più facilmente collegabili i principali hub portuali, ferroviari e aeroportuali. Si dovrebbe ipotizzare la nascita di biglietti unici validi per tutti i sistemi di trasporto. L’offerta trasportistica è il primo biglietto da visita di una città e di una regione. Migliorarlo è interesse di tutti i centri decisionali nazionali e territoriali, a prescindere dalle appartenenze partitiche”.
Per quello che è di competenza del Suo ministero, in che modo il Sud può recuperare il gap infrastrutturale nei confronti del Nord?
“Sto seguendo, come sottosegretario, le grandi opere commissariate al Sud, come ad esempio l’alta velocità Napoli/Bari e Salerno/Reggio Calabria. Investire nelle grandi opere, migliorare ed efficientare i collegamenti, renderli più rapidi e sicuri, collegare le aree interne, potenziare l’intermodalità. In altre parole rendere a misura d’uomo le nostre meravigliose mete è un dogma se vogliamo far crescere il Sud e non considerarlo più la Cenerentola d’Italia. Non servono cattedrali nel deserto, ma opere utili e che siano in grado di generare un indotto fatto di cantieri aperti, occupazione, giovani che ritornano in patria, PIL che aumenta”
Tornando alla Campania, come pensa che il centrodestra possa riuscire, dopo tanti anni, a conquistare anche la guida della Regione?
“Posto che le sinistre, litigiose, divise, alla ricerca smaniosa di potere, stanno aprendo una autostrada alla vittoria del centrodestra, quest’ultimo non può crogiolarsi sugli allori. Occorre puntare sulla qualità delle candidature, sulla efficacia e discontinuità nella proposta programmatica, sul superamento di sistemi clientelari che ahimè ancora caratterizzano il modus operandi in tanti contesti del nostro Sud, sul giusto mix tra esperienza e saggezza politica, sano civismo e apertura al mondo giovanile”.