“Nel carcere di Salerno, non solo ombre: c’è anche qualche sprazzo di luce che ci consente di andare avanti e dare speranza”.
Dopo l’inchiesta della Procura di Salerno che ha travolto con 53 misure cautelari la casa circondariale di Fuorni, fermando un sistema che, dall’interno, aveva consentito ad un articolato gruppo di detenuti di far entrare dietro le sbarre, droga e telefonini e rivenderli a prezzi maggiorati agli altri carcerati, con la complicità dei familiari, parla la direttrice Rita Romano, a margine della presentazione di un progetto di Arte Sociale.
“Con questa iniziativa noi proviamo a portare fuori di ogni nostro ospite la loro bellezza interiore” ha dichiarato la direttrice a commento dell’iniziativa “Raffaello visita le carceri” che, fino al 1 ottobre, lascerà a in esposizione, all’interno della struttura, un arazzo dove saranno i detenuti, dopo aver seguito un corso, in alcune occasioni, a presentarne le caratteristiche artistiche agli ospiti che verranno a vederlo. La direttrice ha dunque valorizzato il ruolo di rieducazione sociale della casa circondariale, criticato, in occasione della conferenza stampa, tre giorni fa nella quale il procuratore Borrelli aveva invece evidenziato la crisi del sistema penitenziario, a causa del sovraffollamento che ha reso ingestibile la struttura.
”Le difficoltà sono variegate ma non per questo noi dobbiamo arrenderci e non dobbiamo portare avanti il nostro mandato istituzionale – ha affermato la direttrice – c’è la problematica del sovraffollamento e della carenza di organico nella polizia penitenziaria ma come dimostra l’evento che abbiamo presentato non ci sono solo ombre”.