La fine dell’anno scolastico si avvicina e con esso inizia un vero e proprio conto alla rovescia per l’abbattimento della storica sede dell’Istituto P. Imbriani di Avellino, più conosciuto come “le Magistrali”.
All’indomani della notizia di qualche settimane fa dell’appostamento nel bilancio della Provincia di Avellino dei fondi per la demolizione e successiva ricostruzione di un edificio che fa parte degli immobili di proprietà di Palazzo Caracciolo, si sono susseguiti una serie di amarcord delle decine di generazioni di irpini che si sono formati in quella scuola.
Al contempo il Corpo docente ha preferito, almeno nell’immediato, non commentare la notizia, tra chi diceva anche con un certo fastidio che ancora non fosse giunta comunicazione ufficiale da parte dell’amministrazione provinciale in una sorta di segnale di “quelle cose che si dicono dover fare ma non si faranno mai”, a chi invece aveva capito che l’ora X, proprio dopo tanta attesa, fosse ormai imminente.
E così è stato, tanto che oggi davanti alla sede dell’Imbriani di Contrada Baccanico è comparso uno striscione con la scritta rigorosamente verde su sfondo bianco “Imbriani sei stata la mia adolescenza”.
E non è un caso che abbia attirato l’attenzione anche di una docente della scuola che lo ha condiviso sui propri canali social, segnale che tutti ormai abbiano contezza che finita la scuola ( 9 giugno) e gli esami di Stato, cominceranno anche le operazioni di abbattimento della struttura.
Lo stato d’animo di professori e alunni è cristallizzato in un messaggio che scrive una ex alunna, Giuditta: “La demolizione della struttura di questa scuola lascia tutti noi, ex ed attuali studenti, con l’amaro nelle vene e le lacrime agli occhi. Forse, anche chi più di tutti odia la scuola ed organizza le feste alle possibili chiusure temporanee, è rimasto freddato da questa notizia.
Questa scuola mi ha davvero insegnato e trasmesso tanto nel corso dei lunghi cinque anni, tanto in ambito disciplinare ma ancor di più da un punto di vista emotivo, personale e sociale. Se nei miei precedenti anni di studio avevo meno di zero stima rispetto alle mie capacità e al mio rendimento scolastico, ad oggi mi sento una persona con tante e solide consapevolezze positive e questo anche e SOPRATTUTTO all’ambiente sereno ed ideale che soltanto voi professori siete riusciti costantemente, ogni giorno, a creare e modificare sempre progredendo e mai regredendo.
Io ringrazio questa scuola per avermi dato la possibilità di conoscere persone premurose, empatiche e fiduciose di noi studenti. Un po’ del mio cuore sarà sempre nell’Imbriani e viceversa”.
Ed un altro studente dell’Imbriani, Ciko, aggiunge: “Un’istituzione ad Avellino. Una delle scuole più prestigiose dell’Irpinia. La scuola in cui ho passato gli anni migliori della mia adolescenza.
Una scuola che, nonostante sia destinata ad essere abbattuta perché carente a livello di criteri di sicurezza, non potrà mai essere abbattuta dal cuore dei suoi studenti.
Io c’ero quando non esistevano ancora le storie Instagram e perciò tutto ciò che accadde nei corridoi lo porto ancora oggi impresso nei miei ricordi.
Io c’ero quando lo Scienze Applicate si chiamava Scientifico Tecnologico.
Io c’ero quando fu il primo anno del Liceo Tradizionale e del Liceo Musicale.
Io c’ero quando il liceo Linguistico e il liceo Tecnologico li avevamo solo noi!
Io c’ero quando il vicario Mimmo De Simone ti beccava ovunque, ma proprio ovunque. E lì partivano gli scontri verbali, ma sempre divertenti.
Io c’ero quando si faceva Diritto ed Economia al biennio.
Io c’ero quando la bidella Angela al primo piano ci urlava dal corridoio in fondo perché dovevamo rientrare in classe e uscire dai bagni.
Io c’ero quando il bidello del tuo piano era il tuo migliore amico e, se non volevi farti interrogare, con una scusa ti faceva uscire”. E tanto altro ancora.
Si avvicina, dunque, un momento che nessuno mai avrebbe immaginato davvero arrivasse.
Contestualmente se ne aprirà un altro, quello del trasferimento almeno provvisorio degli studenti nella nuova sede unica dell’ex sede del Geometra, poco distante a Contrada Baccanico.
E c’è già chi giura che la strada non sarà cosi agevole, tra spazi che secondo alcuni non potranno ospitare la carovana delle migliaia di studenti, chi invece teme che le operazioni di abbattimento e ricostruzione della storica sede, come spesso accade ad Avellino, dureranno un tempo infinito.