Se stessimo parlando di cinematografia, il titolo sarebbe “l’alba del giorno dopo” ma, purtroppo, non c’è nessuna finzione ma solo realtà. Stiamo parlando dell’alluvione che ha colpito nella giornata di ieri la frazione di Celzi, nel comune irpino di Forino.
Zona da sempre riconosciuta dagli esperti a rischio idrogeologico per via della posizione geografica in cui si trova. Sono oltre 20 anni che gli abitanti lottano contro tali problematiche che, nella giornata di ieri, oltre agli ingenti danni causati dall’acqua (leggi qui), si è registrata anche una vittima (leggi qui).
Questa mattina siamo stati sul posto per monitorare la situazione da vicino e lo scenario non era incoraggiante. I vigili del fuoco, tutta la notte, hanno aiutato alcuni abitanti ad eliminare l’acqua, la quale mescolatasi con il fango ha invaso garage, abitazioni e arterie, alcune delle quali erano completamente impraticabili.
La situazione è rientrata leggermente, in quanto le strade sono quasi tutte percorribili anche se, come è possibile notare dalla nostra photogallery al termine dell’articolo, alcuni tombini sono danneggiati e molta acqua continua ad espandersi. Altre arterie sono state chiuse dalla protezione civile e dagli operai che, senza sosta, continuano a lavorare per far rientrare del tutto la situazione.
Alcuni cittadini hanno perso tutto, gli alberi di nocciole completamente devastati dall’impeto dell’acqua, nei garage ove si trovavano mezzi agricoli, le precipitazioni hanno sommerso tutto e messo i veicoli fuori uso, per non parlare della rabbia di un popolo che si sente abbandonato da chi li amministra e governa.
Con grande coraggio e umiltà, oltre agli operai, anche i cittadini di Celzi, da stamane, si sono armati di pale, rastrelli e tutto ciò che può essere utile per spalare il fango, accumulatosi lungo le strade e nelle loro proprietà. A testa bassa ma con grande onore la frazione di Celzi cerca di rialzarsi dopo l’alluvione, simbolo di un popolo che non molla e che sa che, pur se il colpo è stato forte, si rialzerà.
Per citare un verso del grande Fabrizio De Andrè, modificato per l’evenienza, “dai diamanti non nasce niente, dal fango nascono i fior”, sperando che sia di buon auspicio per la comunità di Celzi e che il tempo sia clemente nei prossimi giorni e faccia si che non si ripresenti una simile catastrofe.
Un ultimo appello va alle istituzioni, a chi di dovere, affinchè si intervenga una volta per tutte per far si che si ripristinino le strade del sito, in modo da poter reggere l’urto a situazioni del genere o, in futuro, si riparlerà di quanto “non è stato fatto” per la comunità di Celzi, girandosi per l’ennesima volta dalla l’altra parte dinnanzi a quanto hanno perso e potrebbero perdere ancora le persone che vivono in questo luogo.