Marcello Carli, a suo dire, non ama le interviste. Eppure è stata proprio un’intervista ad accendere la voglia di Oreste Vigorito di puntare sul direttore di Colle Val d’Elsa. Fianco a fianco con il suo nuovo presidente, Carli si è sciolto e si è lasciato andare nella conferenza stampa di presentazione, durata all’incirca due ore.
Con l’avvento del nuovo direttore tecnico, la Strega ha voltato definitivamente pagina, lasciandosi alle spalle la sciagurata annata che l’ha condotta all’ultimo posto in serie B. Si ripartirà dalla C, campionato che i giallorossi torneranno a disputare a distanza di sette anni e che segnerà il debutto in categoria dello stesso Carli.
Mentre Vigorito ha quasi ‘benedetto’ il ritorno in C, auspicando il ripristino di una sana mentalità provinciale che i lustrini degli ultimi anni hanno sbiadito, Carli non si è detto intimorito dal dover affrontare per la prima volta l’avventura in terza serie. “Per ogni fine c’è un nuovo inizio”: la frase raccolta nel Piccolo Principe sembra sintetizzare alla perfezione il momento attuale della Strega.
Ha seminato indizi il direttore tecnico, facendo trasparire l’intenzione di fare piazza pulita. Dipendesse da lui, probabilmente azzererebbe tutto e ripartirebbe daccapo, ma ci sono contratti in essere che non possono essere cancellati con un semplice colpo di spugna. C’è una società da tutelare e l’impossibilità di bruciare gli investimenti, giusti o sbagliati, fatti in passato.
Quattro, cinque giocatori sono già stati indicati come partenti sicuri, probabilmente è vero il contrario: dell’attuale organico, Carli si terrebbe al massimo quattro, cinque calciatori, dando il ben servito a tutti gli altri. Fino ad ora, come ha ammesso, si è limitato a immagazzinare informazioni, incassando come un punch-ball, in attesa di essere nelle condizioni di assestare i primi colpi.
Qualche gancio sotto la cintura, in realtà, lo ha lasciato partire già ieri, non ritenendosi soddisfatto dell’atteggiamento di chi reagisce con nervosismo alle esclusioni, perdendo il posto in squadra e in rosa (Pastina?), e di chi lascia la squadra in dieci per proteste (Glik?). Indizi di quello che sarà il “vademecum carliano” da impartire al suo Benevento.
Il tutto con l’approvazione dell’allenatore, il tassello mancante che toglie il sonno al direttore, costringendolo a fumare nervosamente qualche sigaretta di troppo. L’identikit è stato tracciato: profilo giovane che proponga un calcio propositivo, votato all’attacco e alla riconquista immediata della sfera. Arrivare al risultato, praticando un gioco suggestivo, capace di affascinare e ammaliare il pubblico del “Ciro Vigorito”.
Ha battuto molto su questo tasto Carli, fissando come primo obiettivo il far riavvicinare i tifosi ai colori giallorossi. La volontà di soddisfare il proprio pubblico, anche a discapito del risultato. Una mezza bugia, perché il risultato resta sempre obiettivo principale per chi non ama perdere neanche a burraco.
Una missione che potrebbe essere affidata a Matteo Andreoletti, al momento il primo nome nella lista del neo dirigente sannita. L’affondo, a suo dire, non ci sarebbe ancora stato ma radiomercato sussurra di un contratto triennale recapito al tecnico che ha portato la Pro Sesto al quarto posto nel girone A di serie C, arrendendosi ai play off al Vicenza. L’ex allenatore della Pro Sesto è il ‘piano A‘ ma di certo c’è anche un ‘piano B‘ che ha sicuramente altro nome, altra età e altre caratteristiche.
Intanto Andrea Agostinelli si è incontrato a cena con Carli e gli è stato proposto un nuovo ruolo, non più a bordo campo ma sulle tribune, entrando a far parte dell’area scouting del Benevento. Dopo essersi fatto apprezzare dalla piazza, indicato come il meno responsabile della retrocessione, il tecnico di Ancona dovrà decidere se intraprendere un nuovo percorso nel mondo del calcio. Probabilmente la sua volontà l’avrà sussurrata ieri sera a Carli nell’ennesima cena consumata insieme.
Risposta attesa anche da Nicolò Manfredini, il ragazzo di Ferrara continuerà a indossare i guanti, se con il Benevento o meno spetterà a lui deciderlo perché il contratto è pronto, basta solo autografarlo. Un premio alla persona, a un calciatore capace di farsi apprezzare per le doti umane e comportamentali, togliendosi delle soddisfazioni sul campo nel finale di stagione. Esempio che incarna le qualità che la Strega cercherà sul mercato. Calciatori non necessariamente giovani, ma di valore. Carli, del resto, lo ha ammesso: “Non credo in giocatori giovani o vecchi, credo nei giocatori bravi”.
Sono state gettate, insomma, le basi di quello che il presidente Vigorito non ha voluto etichettare come un progetto, bensì come un disegno, la volontà di investire nelle persone giuste per non incappare negli errori che hanno riportato il Benevento in C.
In questo caso, invece, è bastato un colpo di spugna per cancellare il passato.
Carli: “L’allenatore il primo passo, l’obiettivo è far tornare la gente allo stadio”
Vigorito: “Avevo pensato a Carli già da qualche anno, ricominciamo con spirito nuovo”