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C’è incredulità e rabbia a Pollena Trocchia (Napoli), per quanto accaduto alla famiglia di concittadini nella vicina Sant’Anastasia, dove due persone hanno esploso diversi colpi di arma da fuoco colpendo alla testa una bambina di 10 anni, e ferendo i suoi genitori davanti ad un bar dove avevano appena acquistato un gelato. La notizia, che ha fatto il giro del piccolo paese vesuviano in poche ore, è arrivata anche nella scuola frequentata dal fratellino della piccola, destando sconcerto tra le maestre e le mamme che si sono affrettate a chiedere notizie ai genitori. “Siamo sconvolte – spiegano – nessuna di noi ci credeva, poi è arrivata la conferma. Siamo riuscite a contattare la mamma della piccola, che naturalmente sta male, è preoccupata per sua figlia visto che non può essere vicina a lei. Speriamo e le auguriamo di tornare presto a casa insieme alla sua bambina che è nelle nostre preghiere. Quello che è accaduto a loro poteva succedere a chiunque, ed è impensabile uscire per un gelato e ritrovarsi in ospedale con un proiettile in testa”.

Sono provati e preoccupati i familiari della bambina di dieci anni colpita alla testa ieri sera davanti ad un bar a Sant’Anastasia (Napoli), mentre era in compagnia dei genitori anche loro rimasti feriti.
Lo riferisce Carlo Esposito, sindaco di Pollena Trocchia, comune di residenza della famiglia rimasta vittima di quella che sembra essere una “stesa” successiva ad un litigio tra giovanissimi.
Ho parlato con lo zio della piccola – spiega Esposito – sono amici cari, persone splendide, quindi sono rimasto molto sconvolto dalla notizia. Ho chiamato il fratello del papà della bambina, e tutti sono in ansia per le condizioni della piccola, ma anche preoccupati perché la mamma potrebbe dover essere sottoposta anche lei ad un intervento chirurgico”.
Il sindaco di Pollena sottolinea che l’accaduto ha “dell’incredibile”. “L‘unica colpa di questa famiglia – ha affermato – è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. È assurdo che cittadini totalmente estranei a qualsiasi dinamica delinquenziale, mentre trascorrono il loro tempo libero insieme, in un luogo che dovrebbe essere tranquillo e sicuro come ogni angolo delle nostre città, vengano feriti da mani folli e criminali, autrici di un gesto che poteva avere conseguenze gravissime. A nome di tutta la comunità che rappresento invio un abbraccio ai nostri malcapitati concittadini augurando loro una piena e pronta guarigione e confido che quanto prima chi si è reso responsabile di questo atto scellerato e delinquenziale sia assicurato alla giustizia”.

Mentre sono a Roma per l’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, mi giunge la dolorosissima notizia della sparatoria avvenuta a Sant’Anastasia nella quale è stata tragicamente coinvolta una famiglia della nostra Diocesi”. Lo scrive in un messaggio il vescovo di Nola, monsignor Francesco Marino.
Con cuore di padre mi rendo presente ai genitori, condividendo la loro apprensione per le preoccupanti condizioni della figlioletta gravemente ferita. Chiedo a tutta la nostra comunità diocesana di unirsi alla preghiera del vescovo, affinché la Vergine dell’Arco – tanto cara alla devozione del popolo anastasiano – interceda per il buon esito dell’intervento chirurgico e per una rapida guarigione di tutti gli innocenti che sono stati coinvolti in questa brutale e incomprensibile aggressione. Ancora una volta, come nell’effige della nostra Madonna – sottolinea il vescovo – un colpo di efferata violenza macchia il volto dell’amata comunità di Sant’Anastasia, chiamata ora a trasformare questa ferita in occasione di riscatto sociale e rinnovato impegno contro ogni forma di criminalità”.
Insieme ai parroci e ai religiosi della città, appello a tutta la società civile: ciascuno, nell’ambito delle proprie competenze, si senta responsabile nel fare luce su questa tristissima vicenda e fornisca quanto sarà utile alle forze dell’ordine per ristabilire la giustizia e la buona fama dell’intera popolazione; nessuno ceda alla tentazione dell’omertà e della paura. Tutti – dice il vescovo – adoperiamoci per costruire una società dove le famiglie possano trovare sicurezza e i giovani crescere nel ripudio della violenza e dell’atteggiamento camorristico. La Chiesa – come ha ricordato in questi giorni il Card. Presidente Matteo Zuppi – resiste alle “forze disgregative” nei nostri territori ed è a servizio del bene comune, nella certezza che nel cantiere di un mondo migliore si lavora insieme”.