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Alex Meret è il testimonial della conferenza stampa di presentazione del ritiro in Trentino. Il portiere Campione d’Italia incassa i complimenti del presidente De Laurentiis: “Bisogna ringraziare tutta la squadra. Devo ringraziare, in particolare, Meret perché è sempre stato, a torto, criticato. Mentre, invece, lo abbiamo sostenuto ed ha fatto questo campionato inevitabilmente eccezionale”. Meret ha ricambiato ed ha spiegato la sua esperienza nei ritiri in Trentino con il Napoli: “Il merito è di tutti – sottolinea Meret – Abbiamo sempre lavorato con grande voglia e grande dedizione. Il merito va a tutti e se nel prossimo ritiro ci saranno così tante persone il merito sarà di tutti”.
 
Ne ho fatti diversi ed è sempre un piacere tornarci perché si lavora sempre bene, le strutture sono ottime ed il campo è sempre bello. C’è una temperatura che ci permette di lavorare con più intensità, davanti ai nostri tifosi che sono sempre tanto numerosi e ci dimostrano sempre il loro affetto. E’ una fase importante della stagione in cui dobbiamo mettere lavoro nelle gambe, con i ragazzi nuovi e per fare le prove tattiche. E’ una fase importante e lavorare con serenità e sono sicuro che quest’anno ci saranno ancora più tifosi”.
 
E’ molto importante evitare le tournée, concetto rimarcato sia da Meret che da De Laurentiis: “Conoscere già le strutture e i luoghi dove si va a lavorare sicuramente ti aiuta di più e ti aiuta a lavorare meglio. Non fare grandi spostamenti e tournée penso sia un’altra cosa positiva perché ci permette di lavorare, di riposare e di concentrarci con la giusta forza ed il giusto sacrificio in allenamenti molto intensi”.
 
“Meret ha detto una cosa importante – ha detto De Laurentiis – ecco perché a noi piace andare in Trentino. Abbiamo ricevuto tanti inviti, dove ci offrivano soldi, aerei ed io, invece, ho costretto, pagandole, delle squadre di calcio straniere a venire a giocare delle partite amichevoli dove eravamo in ritiro. Ho sbagliato una sola volta, andando a Miami e Detroit con Charlie Stellitano. Non mi faccio più fregare, perché andammo a giocare in uno stadio da 101mila posti a Detroit e c’erano solo 30mila spettatori”.