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E’ attesa in serata la decisione della Corte di Appello di Napoli chiamata ad esprimersi sulla richiesta di consegna (estradizione) inoltrata dalla Procura Federale belga che contesta all’europarlamentare Andrea Cozzolino il reato di corruzione internazionale nell’ambito del cosiddetto “Qatargate”.

Per la prima volta dall’inizio della vicenda giudiziaria Cozzolino ha rilasciato dichiarazioni spontanee ai giudici della Corte di Appello di Napoli (sezione misure di prevenzione) chiamati a pronunciarsi sul mandato di arresto europeo notificato all’europarlamentare lo scorso 10 febbraio. Secondo quanto reso noto dagli avvocati Conte e Ferraro durante una pausa del processo, l’europarlamentare si è rivolto ai giudici per sottolineare che nei suoi confronti sono state sollevate “contestazioni fumose, poco dettagliate”. Cozzolino ha anche voluto sottolineare che, già prima della revoca dell’ immunità parlamentare, ha sempre chiesto di essere ascoltato dalla procura federale belga senza mai avere avuto risposta. Alle dichiarazioni spontanee di Cozzolino è seguita la discussione dell’avvocato Federico Conte, che ha parlato per poco più di un’ora. L’udienza, fissata per le 13, è iniziata con circa un’ora di ritardo. Dopo una pausa di mezz’ora ha iniziato la sua discussione l’avvocato Dezio Ferraro. I legali di Cozzolino hanno anche depositato la sentenza con la quale lo scorso 9 maggio la Corte di Appello di Milano ha rigettato nell’ambito della stessa vicenda giudiziaria l’istanza di “consegna” inoltrata sempre per la procura federale belga per la commercialista Monica Rossana Bellini. Secondo l’autorità giudiziaria belga, Cozzolino, dal primo gennaio 2018 al 15 luglio 2022, in qualità di componente del Parlamento Europeo, presidente dal 2019 della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e co-presidente della Commissione Parlamentare Congiunta Euro-Marocchina, nonché nella veste di componente della commissione speciale Pegasus, in concorso e in associazione con Panzeri, Giorgi, Kaili, Tarabella e Arena, avrebbe “indebitamente ricevuto, per conto del Governo del Marocco, verosimilmente da tale Atomun, danaro per esercitare le sue funzioni parlamentari europee in modo da favorire gli interessi del Marocco all’interno del Parlamento Europeo”.