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Si susseguono le manifestazioni in ricordo di Ettore Scola, il celebre regista italiano nato a Trevico è che il 10 maggio avrebbe compiuto 92 anni.

E non poteva mancare l’omaggio della “sua” Irpinia con cui Scola non ha mai spezzato il legame anche quando il suo nome è salito sui palcoscenici internazionali.

Per questo domani, venerdì 12 maggio alle ore 10:30, presso l’istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani”, scuola secondaria di 1°grado “Covotta”,  in piazza Dante ad Ariano Irpino verrà inaugurata ufficialmente la saletta cinematografica dell’istituto intitolata al Maestro Ettore Scola, dopo che negli anni scorsi il Comune gli ha dedicato un angolo del belvedere Russo-Anzani.
Nell’occasione sarà anche presentato un libro frutto del lavoro delle due figlie del registra, Silvia e Paola, dal titolo “Chiamiamo il babbo: Ettore Scola una storia di famiglia”, questa mattina presentato anche a Benevento.
Il volume, in realtà, è stato pubblicato nel 2019, non è mai stato presentato in Irpinia a causa delle limitazioni imposte dal Covid.

Contestualmente proseguono anche le manifestazioni organizzate dall’Associazione  IrpiniaMia che, tra l’altro, con  con anche il Cinquantenario del film Trevico Torino- nel Fiat Nat, che ha visto la luce nel 1973. Si è partiti presso il liceo “Enrico Fermi” di Vallata con le testimonianze del professor Lorenzo Zoppoli, Ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università Federico II di Napoli e l’artista Elio Rumma.
Poi i ragazzi hanno raggiunto Trevico per visitare il Palazzo Scola e il paese con la  proiezione del cortometraggio ‘Il trevicante’, che offre una serie di testimonianze sulla figura di Ettore Scola da parte dei suoi compaesani irpini.

Nell’occasione Silvia Scola, sollecitata dai cronisti presenti, ha ricordato la due giorni tenuta lo scorso ottobre all’ex Cinema Eliseo di Avellino la cui riapertura dopo anni ha coinciso con la prima edizione del “Premio Scola” organizzata dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianluca Festa.

“Sono stata onorata dell’idea avuta dagli amministratori di Avellino, ma a mio avviso è più giusto parlare di una data zero, un’edizione pilota– ha commentato Silvia, oggi affermata sneggiatrice cinematografica–  Se ci riflettiamo non è stato proiettato nemmeno un film. Se il tutto deve risolversi solo in due serate portando quattro attori a far passerella, non è qualcosa che rientra nella visione mia e di mia sorella. Noi piuttosto- rimarca- crediamo che le manifestazione debbano avere un legame con il territorio, una motivazione fondante legata al ricordo della figura di nostro padre”.

 

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