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  1. Inserimento, educazione e sanità: i temi da trattare nel viaggio effettuate nelle carceri campane. L’incontro si è tenuto questo pomeriggio presso l’Auditorium – Sala Vergineo del Museo del Sannio, il luogo prescelto per discutere delle condizioni detentive in generale, con un occhio alla Campania ovviamente.

Un dibattito che è stato anticipato da veri e propri blitz, come ha dichiarato il garante Ciambriello, all’interno delle strutture.

L’evento, che rientrava nell’ambito dell’iniziativa “Il viaggio della speranza: visitare i carcerati”, è stato organizzato dalla Camera Penale di Benevento. Hanno preso parte il Direttore della Casa Circondariale di Benevento, Gianfranco Marcello, il Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, il Co-responsabile dell’Osservatorio Nazionale Carcere dell’UCPI, Riccardo Polidoro, la Responsabile dell’Osservatorio Carcere UCPI per la Regione Campania, Giovanna Perna, la Presidente e il Segretario dell’Associazione Nessuno tocchi Caino, Rita Bernardini e Sergio D’Elia, il Presidente del Movimento Forense Napoli e Coordinatore nazionale del Dipartimento carceri del Movimento, Alessandro Gargiulo. Sono, inoltre, intervenuti per i saluti istituzionali e per l’avvio del dibattito, il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Benevento, Stefania Pavone, e il Presidente della Camera Penale di Benevento, organizzatrice della conferenza, Simona Barbone

La situazione in generale – ha dichiarato Rita Bernardini in merito al carcere di Benevento – è comune a tutti gli istituti. Nonostante gli sforzi della direzione e della polizia penitenziaria, è difficile far scontare la pena secondo costituzione. Abbiamo apprezzato gli sforzi ma i detenuti sono troppi rispetto alle forze in campo e l’area educativa, ad esempio, richiederebbe il doppio del numero attuale a Benevento. Un problema grave, poi, è quello legato alla sanità. Oggi abbiamo visitato il reparto di salute mentale che dovrebbe essere una vera e propria struttura sanitaria ma non ha nulla di sanitario. Una struttura nella quale manca la figura dello psichiatra. Inoltre non ci sono i medici che, potendo scegliere, preferiscono non andare in carcere, tanto che molte visite devono essere fatte all’esterno. Ci sono seri rischi per la popolazione delle carceri”.

Il dato oggettivo è che parlare di carcere significa parlare di un vero e proprio dimenticatoio.

E’ l’idea che ha preso corpo. Benevento ha sicuramente bravi dirigenti e ho notato che fanno grandi sforzi ma è indubbio che il carcere sia sinonimo di discarica sociale dove si incontrano coloro che non riescono a trovare una sistemazione fuori: casi psichiatrici, poveri e tossicodipendenti”. 

Si alzano i toni quando a prendere la parola è il garante Ciambriello che si è concentrato sulla situazione dell’istituto minorile di Airola.

Un viaggio della speranza e alla fine usciamo dalle strutture per illustrare la fotografia della situazione. Ad Airola ci sono 24 ragazzi e 3 stranieri, con età che parte dai 14 anni e nella struttura caudina si vive una situazione unica in Italia: 8 di loro possono uscire dal carcere per attività di lavoro sul territorio ma non basta, abbiamo bisogno di dare delle risposta in termini di qualità.  I ragazzi sono iscritti ai corsi per gli attestati di scuola elementare e media ma in pochi prendono parte. E allora serve intervenire perchè si deve partire dalla cultura e dalla scuola dell’obbligo. Il carcere non deve essere la risposta semplice ai casi di accuse di omicidio. Ne sono 27 tra Nisida e Airola che devono affrontare queste accuse e tutti sono affranti perchè non avvertono il peso delle loro azioni. Questo fa capire che è la politica a sbagliare: alla microcriminalità non si risponde col carcere”.

Sono tanti i problemi che attanagliano il carcere minorile di Airola. 

Abbiamo bisogno di psichiatri e medici, abbiamo bisogno di educatori. Parliamo di una struttura che è piena di scandali. Venti minuti di telefonata costano oltre 3 euro, i beni primari hanno un prezzo più alto rispetto ai supermercati. Inoltre, ci sono 10 milioni di euro per la ristrutturazione di una struttura che rischia di chiudere. Bisogna evitarlo, dove devono andare questi nostri ragazzi campani? Allora, noi vogliamo la certezza della pena perchè è giusto così ma questa non deve intaccare la qualità con il diritto alla salute, allo studio e al lavoro. Vorrei un’attenzione particolare per questi ragazzi che vivono d’istinti e d’istanti”.

Focus sulla questione sanitaria anche per il Presidente della Camera Penale di Benevento e organizzatrice della conferenza, Simona Barbone.

Non è la prima volta che visitiamo il carcere di Capodimonte, una struttura che ha delle criticità minori rispetto alle altre strutture ma resta sotto osservazione specie sotto il profilo sanitario. Praticamente manca l’assistenza e oggi abbiamo appreso che, su 4 accessi prenotati per lo psicologo, ne sono stati effettuati solo 2. E il profilo psicologico del detenuto è di grande importanza. C’è l’oculista, il dermatologo e il dentista ma sono pochi gli infermieri e gli Oss. Spesso capita che il dentista faccia interventi di emergenza senza avere il giusto supporto”.

Chi ha il polso della struttura beneventana è il direttore del carcere, Gianfranco Marcello.

Cerchiamo di risolvere un problema ogni volta che si presenta grazie alla collaborazione del provveditorato regionale ma restano delle criticità come quella sanitaria. La competenza è dell’Asl e si sta impegnando ma il problema resta e non è da poco. Ma non c’è solo questo, c’è anche un fattore economico che è strettamente legato al carcere. E’ un costo per la società. Ogni detenuto costa 150 euro al giorno, io rifletterei sul fatto di vedere nel carcere la soluzione finale, anzi questa cifra dovrebbe indurre a pensare alla detenzione solo come estrema ratio per i crimini più pericolosi. Non va bene pensare al concetto del ‘gettare la chiave’. Il detenuto prima o poi uscirà, a meno di situazioni diverse, è interesse della società che ci sia il reinserimento, altrimenti le cose peggiorano”.

Come già ricordato, il viaggio nelle carceri della Campania – che proseguirà fino al 13 maggio – così come già fatto e programmato in altre regioni d’Italia, vedrà l’ingresso di delegazioni di Avvocatura e Associazionismo negli istituti di pena di Lauro, Arienzo, Santa Maria Capua Vetere, Benevento, Airola, Sant’Angelo dei Lombardi, Avellino e Salerno.