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C’è chi un depuratore desidera averlo e lo insegue da anni e chi, invece, ha la fortuna di accedere a dei fondi per averlo ma ‘rischia’ di perdere quel beneficio in maniera assurda con la possibilità di restituire le somme di cui può beneficiare.

E’ il caso del piccolo comune di Sassinoro, poco più di 600 abitanti che ha avuto la possibilità’ di avere oltre 400mila euro per la realizzazione dell’impianto di depurazione delle acque nella sua zona industriale. Ma non tutto é andato nel verso giusto e la situazione desta qualche perplessità.

Conviene fare un piccolo excursus per capire come si sono svolti gli eventi. Il completamento dell’opera aveva come scadenza il 31 marzo del 2017. La lente sul depuratore è stata puntata dal consigliere comunale di minoranza Lucio Di Sisto che, nel quinquennio amministrativo 2017-2022, ha interrogato il sindaco allora in carica Cusano per la verifica del collaudo e della messa in funzione del depuratore. Dall’interrogazione dell’ormai ex sindaco si evinceva che “l’impianto non risultava essere funzionante in quanto i costi di gestione confrontati al bassissimo numero di utenze risultava antieconomica per l’Ente”. Una vicenda surreale.

Nella richiesta di finanziamento c’era la necessità di asservire a circa 200 utenze. Inoltre, leggendo sempre l’esposto del consigliere, solo nel 2021 e’ stato avviato il procedimento finalizzato al rilascio dell’Autorizzazione Unica Ambientale, a quanto pare ancora non rilasciata dalla Provincia, documento propedeutico alla messa in funzione dell’impianto di depurazione. Un esposto che si chiudeva con la richiesta di verifica e valutazione del comportamento degli attori in campo e la revoca del finanziamento.

Revoca che, puntuale, è arrivata da parte della Regione Campania il 20 dicembre del 2022 perché “si rileva – come da atti ufficiali – che l’Ente non ha trasmesso alcun atto da cui si evinca l’effettiva messa in esercizio dell’impianto di depurazione”. Insomma e’ stato violato un obbligo da parte del Comune di Sassinoro.

Ovviamente l’Ente comunale non è rimasto a guardare e, contro questo Decreto della Regione, ha provveduto a costituirsi in giudizio di fronte al Tribunale di Napoli .

Insomma, una questione spinosa, ma, come detto, non tutto sembra essere andato nel verso giusto, perché sorge un altro problema. Il depuratore è andato in funzione, lo è attualmente, ma, secondo il consigliere De Sisto, interrogato in questa circostanza, “non ci sono allacci sulla rete fognaria delle acque nere, attualmente il depuratore, depura senza che ci siano utenze collegate, e intanto i cittadini pagano. L’unica azienda autorizzata allo scarico della acque bianche, è l’azienda che tratta rifiuti, la New Vision, precisando che il Comune di Sassinoro ha rilasciato, per quanto di competenza, NULLA OSTA QUALI-QUANTITATIVO con Prot. n.80 del 25.01.2016 in qualità di proprietario e gestore della rete fognaria, all’accettabilità dello scarico dei reflui, prodotti dalla ditta New Vision S.r.l., provenienti esclusivamente dalle acque di prima pioggia opportunamente depurate, acque di seconda pioggia e dalla copertura, conformi alla Tab. 3 All.5 del D. Lgs 152/2006 per scarichi in corpo idrico superficiale”.

E le altre aziende? Un interrogativo lecito perché, a questo punto, si deve pensare che gli opifici non collegati alla rete fognaria debbano avere la ‘fossa settica per le acque nere’, e che il Comune abbia acquisito i formulari dello smaltimento rifiuti ma anche in questo caso il consigliere De Sisto è netto: “Da quello che so, l’ente non li ha mai acquisiti e non so se lo farà adesso. Bisogna chiedersi dove stavano i formulari negli anni precedenti”.

Una situazione particolare che converrebbe chiarire. Si tratta di soldi pubblici ed è alla gente che bisogna dare risposte e dimostrargli che questi vengono spesi per il bene della collettività e non persi in maniera ingenua. La Regione Campania insieme ad altri attori istituzionali dovrebbero essere più attenti in questa particolare vicenda del depuratore di Sassinoro, così come per altri depuratori che scaricano nel fiume Tammaro, visto che a breve sulla diga di Campolattaro si andrà a realizzare una grande opera di potabilizzazione di queste acque.