“Il picco di casi di scarlattina da batterio streptococco, che può dare manifestazioni cutanee e faringotonsillite, sta rientrando. Ma continua a mancare l’amoxicillina, l’antibiotico indicato dalle linee guida per trattare questo tipo di infezioni batteriche. Un problema, perché non c’è una vera alternativa. Anzi, se vengono usate altre molecole rischiamo di indurre resistenze antibiotiche e creare un pericolo ancora maggiore”. Così Antonio D’Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), facendo il punto della situazione dopo l’aumento dei casi di scarlattina registrati nelle settimane passate.
“Come pediatri – sottolinea – ci siamo attrezzati per fare il test per lo streptococco, ma poi l’antibiotico non è disponibile. Il motivo? Hanno detto per motivi di packaging, banalmente forse mancano delle piccole parti delle confezione. Ma stiamo parlando di un antibiotico importante – rimarca D’Avino – Magari si potrebbe pensare, vista la carenza e anche il prezzo molto basso, ad una produzione dello Stabilimento chimico farmaceutico militare. Il problema è l’alternativa: pensare di usare i macrolidi non è la scelta che viene indicata dalle linee guida per la protezione e perché il rischio è di selezionare dei ceppi resistenti. Sarebbe una sconfitta del sistema”.
Ormai da mesi i pediatri hanno lanciato l’allarme. A fornire un quadro dettagliato della situazione in Italia è stata una circolare del Ministero della Salute, nella quale si può leggere che “a livello nazionale si sta registrando un aumento dei casi di scarlattina a partire da gennaio 2023” e le persone maggiormente colpite sono soprattutto i bambini di età inferiore a 15 anni. Sottolinea il ministero che «i bambini reduci da infezioni virali come la varicella o l’influenza sono a maggior rischio di sviluppare l’infezione».
La tipica comparsa di macchioline rosse sul corpo (esantema), un disturbo tipico della malattia, è causata proprio dal rilascio di una tossina prodotta dal batterio. La malattia colpisce soprattutto i bimbi tra i 2-8 anni. La trasmissione della scarlattina avviene tramite l’entrata in contatto con muco e saliva e il batterio ha un’incubazione compresa tra i 2-5 giorni. I sintomi solitamente si manifestano entro una settimana dal contagio. I primi segni sono: mal di gola; mal di testa; malessere generale; febbre superiore a 38°C con ingrossamento dei linfonodi del collo; esantema. Le bollicine solitamente si manifestano in principio al livello del torace, schiena e pancia, per poi espandersi agli arti. È facile distinguerlo dalla varicella e morbillo in quanto è formato da macchie rosso-rosate che possono confluire e che scompaiono premendoci sopra un dito, per poi riapparire quando viene tolto. A livello delle pieghe cutanee (ascelle o gomiti), il rossore può essere più evidente e la pelle risulta ruvida al tatto. Il viso, invece, se raggiunto dall’esantema, può divenire molto arrossato, come dopo aver preso molto sole, ad eccezione della zona intorno alla bocca che rimane pallida. A volte anche la lingua può ricoprirsi di una patina bianca che, dopo qualche giorno, scompare lasciando la lingua rossa e con le papille gonfie, definita più comunemente “lingua a fragola”.