A Varese frange ultrà locali a caccia di tifosi napoletani, nella notte dei festeggiamenti per lo scudetto. “Uno schifo totale – racconta ad Anteprima24.it un napoletano residente nella città lombarda -, In tutte le piazze del mondo c’è stata una festa, qui ci hanno impedito di scendere, ci hanno fatto rinchiudere in casa”. Il bilancio parla di alcune aggressioni, e di indagini per risalire ai responsabili. Sui muri sono comparse scritte contro i napoletani. “Vesuvio facci sognare”, ad esempio, nel quartiere Bizzozero, sulla parete di una scuola elementare. Ma non ci si è limitati a questo, perché dalle parole si è passati ai fatti.
“In settimana – ricorda il tifoso e imprenditore partenopeo – alcuni ultrà avevano messo un post, per dire che a Varese si tifa solo Varese, e che non volevano festeggiamenti. Ieri ero a casa con le mie figlie a vedere la partita, al lavoro c’era il mio socio. Gli ho detto di farmi sapere se c’era un po’ di movimento, in tal caso sarei sceso anche io”. Al fischio finale di Udinese-Napoli, con la matematica conquista del tricolore, a Varese la situazione si è fatta pesante. Al centro si è registrata subito tensione. “A un certo punto – spiega l’uomo – il mio socio mi ha mandato un messaggio, dicendomi di non scendere, perché avevano chiuso il centro, a causa della presenza di un centinaio di incappucciati, tutti vestiti di nero, ultrà del Varese, con le spranghe in mano. Erano lì a fare casino e a urlare ‘Noi non siamo napoletani’. Mi ha anche mandato un vocale per farmi sentire cosa gridavano, i soliti cori”. Non tutti i tifosi azzurri, però, hanno realizzato quanto accadeva. “Qualche napoletano è sceso, ma – dice l’uomo – si tratta di famiglie per bene, erano in macchina con le bandierine. Gli ultrà hanno sfasciato tutte le macchine che passavano, e a un certo punto hanno fermato una famiglia. Li hanno costretti a scendere dall’auto, li hanno picchiati davanti ai bambini di 8 e 9 anni. Il mio socio era lì, li ha visti”. La scena è avvenuta nella zona di piazza Monte Grappa. “È stato veramente brutto, c’è stata tanta paura – aggiunge il napoletano-. Il mio socio è di Varese e gli veniva da piangere”. La scritta sulla scuola è stata cancellata, dopo segnalazione di un cittadino. Numerosi i commenti indignati per il gesto vandalico.
Il Sindaco di Varese, Davide Galimberti, si è intanto reso protagonista di un gesto di solidarietà, esponendo sul balcone la bandiera del Napoli. Il primo cittadino ha pubblicato un post sui social: “Varese è città di sport. E lo sport è festa, lo sport è divertimento e deve esserlo per tutti! Famiglie, giovani, bambini, adulti… Tifare la propria squadra in tutti i modi pacifici, colorati, rumorosi, divertenti è una delle parti più belle dello sport e tutti devono sentirsi liberi di farlo, in ogni città e paese. Varese gioisce per le sue vittorie casalinghe, come di recente per basket e hockey, ma è anche città dove tutti possono festeggiare la propria squadra. Quanto accaduto a Varese, gli scontri e le scritte sui muri, è da condannare fermamente poichè si tratta davvero di qualcosa di inaccettabile. Una ventina di persone non possono e non devono rovinare un momento di gioia sportiva. La nostra Varese, città di sport, tifa tutti gli sport, tutte le squadre e si complimenta e gioisce con chi ottiene vittorie importanti”.
Foto di Mario Bianchi tratta da Facebook