Luciano Spalletti parla in conferenza stampa in una vigilia di campionato che potrebbe essere storica, quella della partita Scudetto. Domani c’è Napoli-Salernitana: “Noi sappiamo da molto tempo quale deve essere la nostra direzione. Non dobbiamo andare a fare inversioni o qualcosa di diverso rispetto al cammino della nostra strada. Noi dobbiamo proseguire dritto rispetto a quello che abbiamo fatto fino adesso. Poi ci sono delle cose che stanno al di sopra di noi e che non possiamo andare a controllare. Ci adeguiamo, ma noi saremo pronti a giocare la partita domani, saremo stati pronti a giocarla oggi con tutte le nostre forze. Per cui vogliamo giocare la partita e basta”.
Quale sarà il primo pensiero domani di Spalletti? “Sarà quello che siamo di fronte ad una sfida estrema, come siamo stati nelle ultime partite. E’ la sfida estrema che se le porti a casa ti danno una grandezza differente. E’ una sfida estrema per noi, per la città, perché è da molto tempo che vogliamo vivere queste partite qui e queste nottate qui. E c’è da viverle nel modo di sempre, riuscendo ad avere chiaro quello che dobbiamo fare in campo e nella preparazione”.
Sullo spostamento della partita si sono lamentati Iervolino e Sarri: “Noi non abbiamo affidato al Prefetto ed al fato quello che è stato il nostro campionato. Abbiamo affidato con il nostro gioco la volontà di rendere felici delle persone, come quelle che ci hanno atteso a Capodichino l’altra notte (da Torino ndr). Per cui noi non abbiamo fatto niente come squadra, anzi. Abbiamo anche dovuto modificare qualcosa in base al lavoro settimanale e dobbiamo accettarlo. Per quello che ne sappiamo è dipeso tutto dal dare sicurezza e mi hanno detto anche di dire qualcosa sulla sicurezza. Se dovesse succedere questo fatto qui ma è un qualcosa in previsione di, niente di certo”.
Sulla partita con la Salernitana: “La squadra dal suo punto di vista non deve modificare niente. E sono sicuro che per quella che è la voglia in allenamento riusciremo a fare la nostra partita. Non so se basterà perché di fronte abbiamo un avversario forte, che fa risultati da otto partite. Conosco Paulo Sousa, è uno che apprezzo, abbiamo fatto una volta il viaggio insieme. Sono una società proiettata nel futuro, con il presidente Iervolino che sta facendo un grande lavoro, in una città che ha anch’essa grande entusiasmo e passione. Sappiamo che questo spostamento ha caricato di più il loro ambiente, ma noi dovremo fare tutto come nella norma”.
A che ciclista è possibile paragonare questo Napoli? “E’ corretto pensare ad una volata finale. E dopo aver condotto una gara di questo livello, davanti a quelli più forti, dobbiamo farci trovare pronti anche in questa volata finale. Abbiamo calciatori che per come hanno corso potrebbero stare anche nel ciclismo, per quanto hanno corso da soli. Ma se tutti hanno apprezzato il lavoro di squadra, vuol dire che quella è la soluzione migliore negli sport collettivi. La nostra squadra è certamente più forte insieme rispetto all’addizione di undici nostri calciatori”.
Elmas alla radio ufficiale ha rassicurato i tifosi sulla partita (Se l’Inter vince e noi giochiamo domenica sono sicuro che vinceremo questa partita, è impossibile che la sbagliamo”). Spalletti risponde scherzosamente: “Non so se gioca, ci devo pensare bene (sorride, ndr). Speriamo abbia mandato un bel messaggio che gli altri lo abbiano recepito bene. E’ il suo desiderio ed è anche quello di tutti. Noi non vogliamo la volata finale, ma non dipende solo da noi. C’è anche un’altra partita che devono giocare e di perdere io non lo auguro a nessuno. L’odio verso gli altri non sarà mai uno strumento per difendere quello a cui vogliamo bene. So bene che abbiamo una partita importante davanti, ma che non possa essere determinante lo so altrettanto benissimo”.
Cosa legge nelle dichiarazioni di Sarri e Allegri (uno si augura che lo vinca più tardi possibile, un altro dopo la sfuriata di Torino), ci legge invidia? “Non lo so, io non devo rispondere né a Sarri né ad Allegri. Come ho detto prima, noi il nostro campionato ce lo siamo costruito in maniera corretta per quello che è il desiderio della nostra città, l’amore dei nostri tifosi ed è a loro che dobbiamo pensare in queste partite qui. Di solito si dice di pensare a noi stessi, invece noi dobbiamo pensare a loro. E’ giusto che abbiano la soddisfazione di veder giocare un gruppo di calciatori serio e che ce la mette tutta”.
Quando succederà “questo fatto” (dello Scudetto), come dice Spalletti, cosa significherà per lei? La risposta di un tecnico chiuso ancora a riccio: “Il problema è il verbo, cosa significherà? Declinato al futuro. Fino a che ci mancherà un punto per la vittoria è come se non avessimo fatto niente. Siamo più vicini perché abbiamo vinto una partita importante ma mancano ancora dei punti e delle partite. Quello che succederà lo si vedrà dopo aver fatto questi punti qui. Non si può prevenire. Ora il pensiero e l’attenzione è tutta verso queste prossime partite, facendo vedere ancora il livello di squadra che abbiamo fatto vedere. Anche come pensieri dico che dobbiamo stare qui, raccolti, nel golfo napoletano. Quando ho comunicato ai miei figlioli della scelta di Napoli, due anni fa, loro mi hanno detto che non si può non andare a Napoli. Poi bisognerà vincere, perché a Napoli ci sono stati allenatori e calciatori importanti. Anche perché dalle dichiarazioni sembra quasi che siamo scontenti che non si vince (ancora un sorriso ndr)”.
Ma due anni fa Spalletti, quando parlava di Napoli come completamento del tour dell’anima, contemplava anche lo Scudetto? “Si gioca sempre per il massimo. E’ un pò un gioco che si fa, essendo con la tuta ed il fischietto quando vai in campo, perché si ha a che fare con calciatori forti che ti sgamano subito se la pensi in un’altra maniera. Dalla reazione dei calciatori in allenamento si percepisce l’entusiasmo che c’è in città. Io a loro ed a questa squadra ho dedicato la cosa più preziosa che è il tempo. Gli abbiamo dedicato tutto il tempo possibile e questo è sempre avvenuto con le mie squadre. Poi è chiaro che ci sono i rimpianti, ma la mia necessità resta sempre quella di dedicare tutto il tempo che ho a disposizione, anche se non si riesce a realizzare niente”.
Ma è un pò emozionato? “Io mi emoziono facilmente. Mi emoziono, qualche volta ho paura se penso da dove sono partito. L’emozione e la paura ce l’avevo a bordo strada ovunque sia andato e ce l’avrò anche domani. Sono queste le cose che fanno la differenza. Questa è una sfida da vincere per Napoli. Siamo diventati quelli che sanno che se non si vuol vivere e decidere in queste situazioni qui non dobbiamo fare il calcio. E siccome, invece, si vuole fare allora si va dentro mettendo tutto quello che abbiamo”.
Il Napoli può rompere l’egemonia che durava da 20 anni tra Juve, Milan e Inter: “E’ dal 2001 che poi lo Scudetto se lo dividono due città, Torino e Milano. E’ un ulteriore dato che riassume quello che hanno fatto questi calciatori. Un extra-ringraziamento che dobbiamo fare a loro per come l’hanno condotto e per quello che si sono preparati. Vedremo se saremo bravi anche nello strappo finale”.
Ma cosa l’ha colpita di Napoli, vivendola dal di dentro? “E’ una città energica, a volte un pochino folle, da fuori sembra molto teatrale e poco vera. Sembra molto filmata di cose non reali ed invece dal mio punto di vista è l’opposto. Sono proprio queste cose qui le cose vere e reali che i napoletani vivono in maniera profonda. Sanno mandare dei messaggi essendo spettacolari, facendo spettacolo. Ma di questo se ne parla tra un pò in maniera più approfondita”.
Spalletti confessa che l’attesa per questo suo primo Scudetto vale l’attesa stessa: “Da solo non sono mai: dalle 7 di mattina mi metto in macchina con Ciro che mi porta a fare colazione ed in giro. Da tutte le parti si è lottato per vincere e non ci siamo riusciti. Io in qualche squadra forte ci sono stato ma ho avuto un bel trascorso e più volte mi hanno ricordato che sono in panchina da tanto tempo ma che non ho vinto ancora un campionato. Ma se questa attesa, questo non compiuto che ho trovato in altre parti, sono valse a far sì che questa situazione qui l’avessi vissuta con il Napoli sono contento così. E’ una roba che bisogna aspettare qualche partita ancora”.
Ancora tanti complimenti e meriti per il gruppo di calciatori: “A Napoli ho trovato un gruppo di ragazzi eccezionali. Un gruppo di uomini che mi ha sempre dimostrato grande disponibilità. Non so se dovevo dire qualcosa in più o in meno alla squadra dopo la vittoria contro la Juve. La cosa più bella di questo gruppo è veder nascere un’amicizia come è nata fra di loro. Questo mi rende particolarmente orgoglioso. E poi questo fatto di alternare momenti in cui si è leggeri ad altri in cui si è più esecutivi, l’abbinamento di queste cose ci ha reso forti”.
Dormirà questa notte? “Sì, io di solito dormo anche in questi casi qui”.
In conclusione fanno notare che il Napoli segna poco su punizione: “Secondo me Kvara sa calciare le punizioni, pure Zielinski e Raspadori. Anche Osimhen. E tutti con qualità differenti”.
Spalletti conclude con un messaggio rivolto ai tifosi: “Se questa partita sarà determinante bisogna saper vincere anche nel divertirsi. Questo sport è dei bambini, dei nostri figli, e tutti noi, anche io, avremo i nostri figli in giro per la città e se qualcuno dovesse fare qualcosa che mette a rischio la partecipazione di un’altra persona questa festa, soprattutto dei bambini, fa qualcosa che non bisogna fare. Ci vuole buonsenso, perché quello che uno fa potrebbe pagare le conseguenze qualcun’altro. I bambini soprattutto devono festeggiare, se succedesse questa cosa qui”.